(Aggiorna e sostituisce il servizio trasmesso alle 19:21)
Hanno segato le sbarre della
cella, sono riusciti a raggiungere il muro di cinta evitando le
guardie e, come nelle più classiche delle evasioni, si sono
calati giù fino alla strada utilizzando delle lenzuola.
Una fuga da film, quella di tre detenuti minorenni del
carcere Malaspina di Palermo, riusciti ad eludere la
sorveglianza e a riacquistare, almeno per qualche ora, la
libertà. Due dei tre ragazzi evasi sono stati arrestati poco
dopo al termine di una vera e propria caccia all'uomo che ha
visto impegnati decine di agenti della polizia e della polizia
penitenziaria, carabinieri e polizia municipale.
Per ore un elicottero ha sorvolato la città per aiutare gli
investigatori a rintracciare i giovani: un tunisino, un
marocchino e un ragazzo della Costa D'Avorio. Posti di blocco
sono stati organizzati in vari punti di Palermo e sono state
presidiate le stazioni ferroviarie e il porto.
Il primo a tornare dietro le sbarre è stato il detenuto della
Costa d'Avorio, che è stato individuato dalla polizia in
piazzale Giotto, non distante dalla circonvallazione. Appena
riportato al Malaspina ha cercato di incendiare la cella e ha
iniziato a tirare le suppellettili procurandosi diverse ferite.
Il secondo a finire in manette è stato il marocchino, da poco
maggiorenne, che aveva cercato rifugio nel quartiere popolare di
Ballarò dove vivono molte comunità di migranti. Il ragazzo era
arrivato a Palermo dopo il trasferimento dall'istituto di pena
di Reggio Calabria dove avrebbe partecipato a una rivolta. Il
terzo detenuto evaso, originario della Tunisia. è stato
catturato in serata in corso Tukory.
"Questa mattina, verso le ore 10.15 circa, tre detenuti di
nazionalità straniera sono evasi dall'istituto minorile
Malaspina. Servendosi delle lenzuola hanno scavalcato il muro di
cinta per poi darsi alla fuga. Dopo tre ore circa sono stati
catturati due dei tre in due operazioni congiunte della polizia
di Stato e dei carabinieri", ha spiegato Calogero Navarra,
segretario per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia
Penitenziaria. "Il terzo - ha proseguito - è stato avvistato dai
colleghi della polizia municipale che, seppur liberi dal
servizio, si sono resi disponibili per le ricerche".
Duro il commento di Donato Capece, segretario generale del
Sappe, intervenuto sull'ennesimo episodio critico accaduto in un
carcere della Sicilia: "Adesso il Sappe dice basta veramente ed
è pronto a manifestare in tutta la regione, attuando tutte le
legittime forme di protesta", ha detto. Ed è tornato "a chiedere
pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le
criticità del personale di Polizia Penitenziaria che lavora
nelle carceri dell'isola".
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