La Relazione della Commissione Ue
sulla riforma della giustizia, in particolare del nuovo Csm, "ha
chiesto che il nostro Paese dia una risposta alle criticità"
rilevate nella riforma "per evitare di subire censure, come è
avvenuto alla Polonia" nel progetto di riforma della Corte
Suprema. Lo ha detto il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli,
indicando tre criticità, nel suo intervento al convegno 'L'Alta
corte disciplinare, pro e contro di una proposta che fa
discutere', organizzato a dall'Associazione Vittorio Bachelet,
presieduta da Renato Balduzzi, professore ordinario di diritto
costituzionale all'Università Cattolica di Milano.
Per quanto riguarda le tre criticità della riforma, Pinelli
ha evidenziato che "Il progetto di riforma riguarda la sola
magistratura ordinaria e "la criticità alla quale mi riferisco è
che i magistrati dovrebbero essere giudicati da giudici tratti a
sorteggio a differenza delle altre categorie professione" dove
questo non avviene. Pinelli ha poi rilevato che nella riforma
c'è un "difetto di coordinamento perché non si prevede il
ricorso per Cassazione, ma solo davanti alla medesima Alta Corte
sebbene in composizione diversa", e "non si capisce bene se il
ricorso per Cassazione è previsto solo per motivi di
legittimità".
"La riforma inoltre - ha proseguito Pinelli - non affronta i
problemi relativi all'esercizio dell'azione disciplinare del Pg
nel nuovo contesto determinato dal parallelo abbandono del
principio costituzionale dell'unità della magistratura: ora
potrebbe apparire distonica la designazione del Pg per
magistrati giudicanti che appartengono" a carriere diverse e
separate.
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