/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Vasto incendio in val Venosta, in fiamme 100 ettari di bosco

Vasto incendio in val Venosta, in fiamme 100 ettari di bosco

Oltre 400 vigili del fuoco sono impegnati. Preoccupano la siccità e il vento 

11 aprile 2025, 21:10

di Stefan Wallisch

ANSACheck
Rogo in val Venosta: i drammatici scatti del pompiere-fotografo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rogo in val Venosta: i drammatici scatti del pompiere-fotografo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un maxi incendio ha distrutto 100 ettari di bosco in Val Venosta, alberi che in montagna fungono da preziosa barriera contro valanghe e caduta sassi. Una volta spento il rogo serviranno importanti lavori di messa in sicurezza.

A causa della siccità e del vento il cessato allarme non è comunque ancora in vista anche se il fuoco è sotto controllo. "Sono tuttora attivi alcuni focolai nelle zone boschive interessate dal rogo", sottolinea l'assessore provinciale alle Foreste Luis Walcher, che ha ringraziato tutte le forze di intervento che nelle ultime 24 ore hanno evitato il peggio, anche con l'ausilio di ben cinque elicotteri, tra loro un Super Puma, un gigante che può trasportare 4000 litri d'acqua.

"Il fumo si è ora diradato", conferma Andreas Platter della Stazione forestale di Silandro. "Il terreno devastato dalle fiamme si estende per circa 100 ettari tra i 990 e i 1950 metri di altitudine; sono andati bruciati boschi di querce e pini collinari fino a boschi di abeti rossi di alta montagna e boschi di abeti rossi e larici subalpini". L'entità della distruzione, con caprioli spaventati e disorientati tra le ceneri, è stata documentata dal fotografo-pompiere David Ceska. I suoi scatti ora stanno facendo il giro del web.

I lavori di spegnimento si concentrano adesso sulle aree periferiche a nord verso la valle principale e a sud verso Stelvio. Il maso Gawierg, evacuato ieri, è stato messo in sicurezza, come anche un importante ripetitore per il segnale radio e tv e per le telecomunicazioni che copre una vasta zona della val Venosta. Un suo blackout avrebbe avuto effetti pesantissimi per l'intera valle.

Le cause del rogo sono ancora tutte da accertare. Il lavoro dei periti non sarà facile, visto la zona impervia e il grado di distruzione. Per il momento non ci sono elementi che fanno pensare all'opera di un piromane. L'altro rogo boschivo di un mese fa sopra Laces era scoppiato per un'autovettura andata in fiamme mentre percorreva una strada forestale. Nella zona di Prato allo Stelvio ci sono comunque stati già tre incendi nel 2025 e 15 nel 2024, soprattutto a causa della siccità, anche se circola il sospetto che dietro alcuni dei roghi possa esserci un piromane.

Attualmente sono ancora in azione 290 vigili del fuoco volontari, ieri furono 400, e sette vigili del fuoco del Corpo permanente di Bolzano che hanno allestito due grandi container per l'acqua di spegnimento per il Super Puma. Preoccupano comunque la siccità e il vento che qui soffia, soprattutto di pomeriggio, da passo Resia verso Merano. La val Venosta, famosa per le sue mele, è una delle valli più secche delle Alpi. Il Vinschgau, questo il suo nome tedesco, è infatti circondato da maestose vette (Ortles e Gran Zebrù verso sud e i tremila della cresta di confine vero nord) che fungono come una sorta di vallo che ferma le nuvole cariche di pioggia. Per portare l'acqua, la preziosa risorsa per l'agricoltura, dai ghiacciai verso i campi e meleti nei secoli furono costruiti i 'Waale', gli antichissimi canali d'irrigazione, molti dei quali ancora oggi portano 'l'oro bianco' verso valle. I vigili del fuoco dovranno monitorare ancora per alcuni giorni eventuali focolai. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza