Un maxi incendio ha distrutto 100 ettari di bosco in Val Venosta, alberi che in montagna fungono da preziosa barriera contro valanghe e caduta sassi. Una volta spento il rogo serviranno importanti lavori di messa in sicurezza.
A causa della siccità e del vento il cessato allarme non è comunque ancora in vista anche se il fuoco è sotto controllo. "Sono tuttora attivi alcuni focolai nelle zone boschive interessate dal rogo", sottolinea l'assessore provinciale alle Foreste Luis Walcher, che ha ringraziato tutte le forze di intervento che nelle ultime 24 ore hanno evitato il peggio, anche con l'ausilio di ben cinque elicotteri, tra loro un Super Puma, un gigante che può trasportare 4000 litri d'acqua.
"Il fumo si è ora diradato", conferma Andreas Platter della Stazione forestale di Silandro. "Il terreno devastato dalle fiamme si estende per circa 100 ettari tra i 990 e i 1950 metri di altitudine; sono andati bruciati boschi di querce e pini collinari fino a boschi di abeti rossi di alta montagna e boschi di abeti rossi e larici subalpini". L'entità della distruzione, con caprioli spaventati e disorientati tra le ceneri, è stata documentata dal fotografo-pompiere David Ceska. I suoi scatti ora stanno facendo il giro del web.
I lavori di spegnimento si concentrano adesso sulle aree periferiche a nord verso la valle principale e a sud verso Stelvio. Il maso Gawierg, evacuato ieri, è stato messo in sicurezza, come anche un importante ripetitore per il segnale radio e tv e per le telecomunicazioni che copre una vasta zona della val Venosta. Un suo blackout avrebbe avuto effetti pesantissimi per l'intera valle.
Le cause del rogo sono ancora tutte da accertare. Il lavoro dei periti non sarà facile, visto la zona impervia e il grado di distruzione. Per il momento non ci sono elementi che fanno pensare all'opera di un piromane. L'altro rogo boschivo di un mese fa sopra Laces era scoppiato per un'autovettura andata in fiamme mentre percorreva una strada forestale. Nella zona di Prato allo Stelvio ci sono comunque stati già tre incendi nel 2025 e 15 nel 2024, soprattutto a causa della siccità, anche se circola il sospetto che dietro alcuni dei roghi possa esserci un piromane.
Attualmente sono ancora in azione 290 vigili del fuoco volontari, ieri furono 400, e sette vigili del fuoco del Corpo permanente di Bolzano che hanno allestito due grandi container per l'acqua di spegnimento per il Super Puma. Preoccupano comunque la siccità e il vento che qui soffia, soprattutto di pomeriggio, da passo Resia verso Merano. La val Venosta, famosa per le sue mele, è una delle valli più secche delle Alpi. Il Vinschgau, questo il suo nome tedesco, è infatti circondato da maestose vette (Ortles e Gran Zebrù verso sud e i tremila della cresta di confine vero nord) che fungono come una sorta di vallo che ferma le nuvole cariche di pioggia. Per portare l'acqua, la preziosa risorsa per l'agricoltura, dai ghiacciai verso i campi e meleti nei secoli furono costruiti i 'Waale', gli antichissimi canali d'irrigazione, molti dei quali ancora oggi portano 'l'oro bianco' verso valle. I vigili del fuoco dovranno monitorare ancora per alcuni giorni eventuali focolai.
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