La priorità sarà ancora, nei prossimi mesi, quella del contrasto ai trafficanti degli esseri umani. E i cinque ministri dell'Interno dei Paesi del Mediterraneo più esposti ai flussi migratori nel mar Mediterraneo - Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna - si sono ritrovati a Napoli per ribadire questo concetto, insistere sulla linea dei rimpatri volontari assistiti e chiedere alla Ue maggiori finanziamenti per gli "Stati membri in prima linea", anche "nella considerazione che le frontiere esterne sono gestite da questi ultimi per il bene dell'intera Unione".
Ma mentre a Palazzo reale si definisce una posizione condivisa (alla fine articolata in un documento in 26 punti) a tenere banco è la vicenda, tutta italiana, del trasferimento di alcuni migranti in Albania con i polsi legati. "E come dovevano trasferirli? Con le mimose? Con la colomba pasquale, con l'uovo pasquale dovevano essere trasferiti? Pensa che gente strana siamo", dice Matteo Salvini aprendo a Roma la scuola politica della Lega.
Da Napoli, qualche ora dopo, è lo stesso Piantedosi a rivendicare la correttezza della procedura, che rientra tra quelle "che adottano in piena autonomia gli operatori": per il ministro dell'Interno, tutto è avvenuto in "piena regolarità e conformità" alle prescrizioni. Si tratta di una procedura volta a garantire la sicurezza "che condivido", ha aggiunto, perché "si tratta di persone che sono state trasferite in limitazione della libertà personale anche per effetto di provvedimenti assunti dall'autorità giudiziaria" e "condurli senza alcuna limitazione alla libertà di movimento avrebbe significato esporre il personale di accompagnamento" a dei rischi. Per scongiurarli si sarebbe dovuto "quadruplicare il numero delle persone in attività di accompagnamento, impiegare almeno un'altra nave e fare un trasferimento molto costoso. Qualcuno ci avrebbe accusato di spendere molti soldi".
Ma a distanza sembra rispondere l'eurodeputata Cecilia Strada che, insieme alla deputata del Pd Rachele Scarpa che stigmatizzano "duramente le parole di Salvini e del ministro Piantedosi, che giustificano e anzi rivendicano questa pratica barbara alla luce di una presunta 'pericolosità sociale'", che sarebbe stato anche dunque criterio di selezione dei trattenuti, e alla luce di 'condanne' a carico degli stessi: è questa da parte loro una implicita ammissione della natura punitiva della missione Albania, da applicarsi quindi a persone ritenute pericolose dallo Stato? In questo caso dovrebbe entrare in gioco l'ordinamento penitenziario, non la detenzione amministrativa". Tornando ai contenuti del vertice di Napoli (cui hanno preso parte anche il Commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner, ed il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens), "abbiamo tutti riconosciuto - ha detto Piantedosi - la necessità di rafforzare Frontex, in modo che possa svolgere un ruolo cruciale per la prevenzione della migrazione irregolare, per la sorveglianza delle frontiere e per eseguire i rimpatri dei migranti irregolari".
I cinque ministri hanno ribadito di aver accolto "con favore gli sforzi della Commissione europea per aumentare l'efficienza del processo di rimpatrio, fornendo agli Stati membri norme comuni" ma hanno aggiunto che è necessaria l'esplorazione "di soluzioni innovative adeguate per affrontare la migrazione irregolare". "Per garantire rimpatri rapidi ed efficaci - si legge in uno dei punti della dichiarazione congiunta - si dovrebbe evitare l'effetto sospensivo automatico delle decisioni di rimpatrio giuridicamente vincolanti, nel pieno rispetto del principio di non refoulement".
I ministri dei cinque Paesi hanno poi sottolineato che "i rimpatri volontari assistiti sono una parte indispensabile di un approccio globale alla gestione della migrazione e una misura efficace per sostenere i rimpatriati nel loro reinserimento economico e sociale nei Paesi e nelle comunità di origine". E' per adottare questa soluzione è stato chiesto "alla Commissione europea di mantenere un adeguato livello di finanziamento". Necessari, poi, "nuovi partenariati con i principali Paesi di origine e di transito in Africa, Asia e Medio Oriente, che svolgono un ruolo strategico nella regione e la cui stabilità è fondamentale per gli interessi dell'Ue".
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