Resta in carcere Giuseppe 'Enzo'
Mangion, 65 anni, storico boss della famiglia 'Santapaola' di
Catania. Sarebbe dovuto tornare libero oggi, ma la prima sezione
della Corte d'appello di Catania, presieduta da Sebastiano
Mignemi, accogliendo un'istanza dei sostituti Pg Nicolò Marino e
Andrea Ursino, basata anche si un'informativa della Dia e del
nucleo di Polizia giudiziaria interforze della Procura Generale,
ha ripristinato la misura cautelare della custodia in carcere.
Mangion, figlio dello storico uomo d'onore deceduto Francesco,
uno dei luogotenenti di fiducia del capomafia Benedetto
Santapaola, era stato destinatario di un ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa nel 2019 nell'ambito dell'operazione
Samael e il provvedimento sarebbe scaduto oggi.
La Corte d'appello, lo scorso anno, confermando la sentenza
del Tribunale del 2022, ha rideterminato la sua condanna a 19
anni e 3 mesi di reclusione con un verdetto irrevocabile del
2009 per associazione mafiosa.
Nell'emettere il provvedimento i giudici sottolineano che
ancora per Mangion "sussiste il pericolo di fuga", sia per "il
ruolo apicale ricoperto negli anni" che per la «gestione
economica degli affari illeciti della famiglia» mafiosa e perché
può contare sulla "perdurante reggenza del sodalizio da parte
del cognato Aldo Ercolano", sposato con Francesca Mangion.
Secondo la Corte d'appello, il boss è "nelle condizioni di
ricevere disposizioni" e c'è "l'indiscusso l'interesse della
famiglia mafiosa di Cosa nostra a garantire la sottrazione dalla
cattura dell'imputato".
Il collegio, inoltre, sottolinea il rischio che Mangion
possa "ricevere disposizioni" e "fornire comunicazioni ad Aldo
Ercolano tramite dei colloqui, di presenza, ma anche telefonici,
della sorella Francesca con il marito". I giudici concludono
ritenendo che nei confronti di Mangion "non siano venuti meno i
gravissimi indizi di colpevolezza, né si siano affievolite le
esigenze cautelari". E per questo hanno ripristinato, nei suoi
confronti, la misura cautelare della custodia in carcere.
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