"Vogliamo giustizia, non deve
succedere mai più una tragedia del genere". Lo chiedono
familiari e amici di Santo Romano, il giovane ucciso lo scorso
anno a San Sebastiano al Vesuvio dopo una lite per un paio di
scarpe sporcate, radunati all'esterno del Tribunale per i
Minorenni di Napoli per la seconda udienza del processo al
17enne imputato del delitto, avvenuto la notte tra l'1 e 2
novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. La
sentenza potrebbe arrivare in giornata.
Amici e conoscenti esibiscono un cartellino al collo con su
scritto 'L'Esercito di Santo', pagina creata su Tik Tok in
memoria della vittima e contro la violenza. Davanti alla sede
del Tribunale per i Minorenni tanti striscioni e foto che
ricordano Santo Romano, ucciso per un movente assurdo: a fare
scattare la lite sfociata nell'omicidio, infatti, fu un paio di
scarpe Gucci sporcate. La vittima, giovane promessa del calcio,
19 anni, militava come portiere nella squadra di Eccellenza Asd
Micri di Pomigliano d'Arco.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA