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Mostre: Il Fregio di Beethoven, il cosmo di Klimt

Mostre: Il Fregio di Beethoven, il cosmo di Klimt

Dal 12/3 a Milano con altri 20 capolavori del grande artista.

MILANO 7 MAR, 08 marzo 2014, 18:54

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Klimt a Milano il Fregio di Beethoven - RIPRODUZIONE RISERVATA

Klimt a Milano il Fregio di Beethoven - RIPRODUZIONE RISERVATA
Klimt a Milano il Fregio di Beethoven - RIPRODUZIONE RISERVATA

      Geni, Gorgoni, serpenti primordiali, cavalieri d'oro e donne trasognate, il famoso Fregio di Beethoven, realizzato da Gustav Klimt nel 1902, è in mostra dal 12 marzo a Palazzo Reale per la grande rassegna dedicata al padre della Secessione austriaca. Si tratta della copia dell'originale realizzata durante il complesso lavoro di restauro compiuto negli anni 1970-'80. ''E' così perfetta - dice il curatore Alfred Weidinger, vice direttore del Museo Belvedere di Vienna - che anche io posso confondermi".
    Allestito ad altezza d'uomo, mentre in origine Klimt l'aveva posizionato a sei metri da terra quale decorazione di una sala per l'esposizione dedicata a Beethoven, a Palazzo Reale si possono apprezzare tutti i dettagli realizzativi, le tecniche di pittura, la finezza dell'esecuzione di quella che è considerata l'opera capitale dell'artista. L'orginale, ha spiegato Weidinger, ha subito molte vicissitudini e attualmente è custodito nel piano interrato del Palazzo della Secessione. "E' un'opera fragilissima, tuttora bisognosa di restauro, per vederla è necessario prenotarsi e ci sono tempi d'attesa lunghissimi". Del resto, anche nelle intenzioni di Klimt, il Fregio non era nato per durare. Doveva restare esposto per soli tre mesi e poi venire distrutto, ma il collezionista Carl Reinighaus lo acquistò. L'opera fu quindi divisa in sette parti e in seguito venduta all'industriale August Lederer, uno dei sostenitori più importanti di Klimt e proprietario di quella che fu probabilmente la raccolta più vasta dei suoi quadri in mani private a quel tempo. Confiscato nel 1938 dal governo nazista, il Fregio di Beethoven venne restituito alla famiglia di collezionisti solo dopo la fine della seconda guerra mondiale e quindi acquisito negli anni '70 dalla Repubblica d'Austria, che avviò un lungo e complesso intervento di restauro. Il recupero dell'opera, ha detto il curatore, ha consentito uno studio molto approfondito del dipinto, delle tecniche e dello stile del maestro austriaco. "Klimt voleva fare solo quello che gli piaceva, senza curarsi dei committenti - prosegue - ma soprattutto non era un intelletuale e nel Fregio, come in tutte le sue opere, raffigura ciò che amava di più, le donne".
    Ecco dunque che il suo capolavoro altro non è che "la rappresentazione del cosmo femminile" e l'ispirazione non gli mancava. Cresciuto dalla madre adorata e dalle due sorelle, aveva avuto sempre numerose amanti (in particolare nel periodo in cui realizzò il Fregio) senza però mai sposarsi e vivendo le relazioni fuori dalle mura domestiche, nel suo atelier.
    Anche se raffigura le sue molte amiche, il Fregio di Beethoven ha un approccio simbolista a quel mondo sognante di sentimenti e sensazioni. Affascinato dal cosmo, ne mette a punto una misteriosa allegoria, con sciami di figure extra-terrene, i Geni, che sostengono quella che i critici (ma non Klimt) chiamarono l''umanità dolente', raccolta intorno al 'Cavaliere d'oro', con cui il maestro, aggiunge Weidinger, si identifica.
    L'armatura aurea è in rilievo tridimensionale e testimonia l'abilità di Klimt a lavorare materiali come l'oro e le pietre preziose, eredità del padre incisore orafo, che gli insegnò il mestiere. Materiali nobili che solo raramente l'artista ha potuto usare (nel 'Bacio' e nelle straordinarie decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles, uno dei punti piu' alti raggiunti nell'utopica ricerca dell'opera totale), ma che qui imita alla perfezione. La parete centrale del Fregio rappresenta invece il regno delle Forze ostili, le Gorgoni nude e decorate di monili, mentre al fianco prende vita il mondo onirico che vive nella notte, con lo scimmione dagli occhi di madreperla e il serpente primordiale. La parete successiva raffigura infine le Arti, la Poesia e la Musica, anch'esse immerse in un tripudio di ori e gemme, per portano a logico compimento la visione klimtiana. E' il potente abbraccio tra un uomo e una donna, avvolgente e sensuale come nel 'Bacio', il simbolo dell'amore, che tutto placa.
   

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