"Non sono mai stato a Venezia, e tanto meno in giuria, una cosa che ho fatto invece una volta al Sundance. Quello che mi piace di più è guardare i film e cercare di giudicare poi in maniera obiettiva, ma soprattutto vedere tanti film di stili diversi che non vedrai mai in sala". A parlare così è Edgard Wright - 43 anni ma non li dimostra.
Il regista, sceneggiatore e produttore britannico dalla filmografia trasgressivo-demenziale, autore di titoli come A Fistful of Fingers (1995) e L'alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004), si ritrova infatti nella giuria del Festival di Venezia con presidente Annette Bening. Per lui, comunque, nessuna strategia da applicare in una giuria internazionale: "Al Sundance, ad esempio, votavamo e basta. Si contavano poi i voti e vinceva chi ne aveva di più. Unica cosa era quella allargare la rosa dei premiati il più possibile. Il mio scopo è solo quello di estendere i miei orizzonti cinematografici".
In 'Baby Driver' con Kevin Spacey, Ansel Elgort, Lily James, Jon Bernthal, Eiza Gonzlez, Jon Hamm e Jamie Foxx, il protagonista è appunto Baby (Elgort), talentuoso giovane pilota da rapina che vive la sua vita, come le sue fughe in auto, al ritmo delle musiche dei suoi multipli iPod (uno per ogni stato d'animo).
Un lavoro nato comunque da una visione del regista: "Avevo 21 anni, senza soldi, e mi ero appena trasferito a Londra. Un pomeriggio ascolto Bellbottoms dei Jon Spencer Blues Explosion, il brano che apre il film, e mi viene subito in mente un inseguimento d'auto e immagino un ragazzo capace di fare l'autista di rapine solo se ascolta la musica giusta. E' un'idea che avevo da dieci anni, tre anni dopo avevo cominciato a scrivere la sceneggiatura, ma sono sempre stato ossessionato da questo progetto. E ogni brano musicale che ritenevo giusto me lo appuntavo per utilizzarlo nel film".
Che un regista indipendente come lui si sia avvicinato con Baby Driver agli Studios non è poi così strano: "Bisogna secondo me saper catturare il grande pubblico - spiega Wright -, dare qualcosa al mainstream e poi nutrire allo stesso tempo la mia anima anarchica salvaguardando gli elementi idiosincratici dei mie precedenti lavoro. Fare insomma un'operazione da Cavallo di Troia". Di fatto un'operazione riuscita quella di Edgard Wright: Baby Driver, costato solo 40 milioni di dollari, ha già incassato in tutto il mondo 200 milioni.
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