(di Michele Galvan) Un'opera che parla dei cambiamenti climatici in atto, della resilienza di chi vive nelle regioni più difficili del pianeta ha conquistato il Leone d'Oro della 19/a Biennale di Architettura di Venezia. Il massimo riconoscimento per le migliori partecipazioni nazionali è andato al Padiglione del Bahrain "Canicola". È il responso arrivato dalla giuria presieduta da Hans Ulrich Obrist e composta da Paola Antonelli e Mpho Matsipa. Due menzioni speciali sono state attribuite alle partecipazioni nazionali della Santa Sede "Opera Aperta", ospitata nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, e della Gran Bretagna "Geology of Britannic Repair" ai Giardini.
Il Leone d'oro per la migliore partecipazione va a "Canal Cafè" di Diller Scofidio + Renfro, Natural Systems Utilities, SODAI, Aaron Betsky, Davide Oldani, progetto supportato dal gruppo Lavazza; il Leone d'Argento per una promettente partecipazione a "Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500".
Il clima di festa della cerimonia di consegna dei Leoni, nella sede dell'ente culturale a Ca' Giustinian, è stata purtroppo funestata subito dopo dalla notizia della scomparsa di Koyo Kouoh, 57 anni, prima curatrice africana a ricevere l'incarico di realizzare una Biennale d'Arte, l'edizione del 2026. Una notizia che ha raggelato il mondo della Biennale, che le ha tributato un omaggio commosso.
Il padiglione del Regno del Bahrain offre una proposta concreta per affrontare condizioni di calore estremo. Come spiegano i progettisti, "l'architettura deve affrontare la doppia sfida della resilienza ambientale e della sostenibilità. L'ingegnosa soluzione può essere impiegata negli spazi pubblici e nei luoghi in cui le persone devono vivere e lavorare all'aperto in condizioni di calore estremo. Il padiglione utilizza metodi tradizionali di raffreddamento passivo tipici della regione, che richiamano le torri del vento e i cortili ombreggiati".
Importante anche la menzione alla partecipazione della Santa Sede, che si richiama al libro di Umberto Eco "Opera aperta". Un padiglione - spiega la Giuria - "che invita il visitatore a partecipare alla produzione di significato. La menzione speciale riconosce la creazione di uno spazio di scambio, negoziazione e riparazione". Opera aperta ridarà vita a una chiesa sconsacrata esistente, con un processo di restauro che avverrà su diversi livelli e coinvolgerà un'ampia gamma di competenze e mestieri.
La cerimonia si è conclusa con un invito lanciato dal presidente Pietrangelo Buttafuoco. "Tornate a visitare la mostra, siate lievito affinché ci sia tanto pane in sovrabbondanza che conquisti e guadagni il grande pubblico" ha detto rivolgendosi ai presenti nella sala delle Colonne di Ca' Giustinian. Dopo un ringraziamento allo staff della Biennale, in particolare al curatore della mostra Carlo Ratti, Buttafuoco ha riferito i primi dati dell'affluenza: l'edizione 2023, nei primi tre giorni di pre-apertura, aveva registrato 12.947 presenze. I primi due giorni di pre-apertura dell'edizione hanno già segnato 17.584 presenze.
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