Carteggi, sia manoscritti che a
stampa, rilegati con lacci in cuoio, relativi a vicissitudini
delle famiglie nobiliari della città, e documenti ancora da
catalogare sui legami di questa famiglia e dei due fratelli con
la massoneria. Sono cominciati i lavori per la rinascita
dell'archivio dei baroni Corrado e Ippolito Cafici, archeologi,
paleontologi e malacologi, appartenenti a una delle più illustri
e nobili famiglie di Vizzini (Ct). Proprietari terrieri e abili
amministratori, figli di Vincenzo, deputato nel Parlamento del
Regno d'Italia, i due fratelli furono autori di numerose
scoperte e relative pubblicazioni scientifiche, in lingua
italiana e tedesca, che permisero di delineare un quadro più
dinamico della situazione etnica e culturale della Sicilia
preistorica. Ed è ispirandosi al loro lavoro e contributo alla
cultura, che è nato il Centro Studi Corrado e Ippolito
Cafici-Cesca che ha come obiettivo, fra l'altro, la
catalogazione del materiale dell 'archivio, non ancora censito,
che raccoglie documenti che risalgono ad un arco cronologico
compreso tra il XVIII e gli inizi del XX secolo. Ma non solo, ci
sono anche lettere e cartoline postali di Corrado ed Ippolito
Cafici con i vari enti ed Accademie sia nazionali che europee su
argomenti scientifici e missive a firma di Paolo Orsi che
riguardano gli scavi ed i ritrovamenti archeologici effettuati
nelle proprietà Cafici. Presente anche un taccuino di Ippolito
con una serie di appunti e disegni di reperti archeologici,
forse da lui stesso rinvenuti e un'agenda con l'elencazione di
molte conchiglie con annotazioni ancora da decifrare.
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