"Picasso l'étranger", "Picasso, lo
straniero": è il titolo di una mostra che racconta gli aspetti
meno noti della vita di Pablo Picasso, schedato e sorvegliato
per decenni dalla polizia francese senza per questo mai smettere
di esprimere il suo genio creativo. Allestita da oggi al Musée
de l'histoire de l'immigration, la mostra parigina è in
programma fino al 13 febbraio 2022.
Al suo arrivo in Francia dalla Spagna, all'età di 19 anni,
l'artista non parla francese e viene accolto, in condizioni di
precarietà, da pochi amici catalani. Ciò indurrà la polizia a
sorvegliarlo in permanenza, qualificato, a torto, come
anarchico. "Veniva trattato dalla polizia come un odierno
'Fiché S'", si legge nel catalogo dell'esposizione, in
riferimento alle persone schedate dai servizi segreti
d'Oltralpe. Per 40 anni, Picasso verrà successivamente
etichettato come anarchico catalano, repubblicano spagnolo e
comunista, "tormentato e umiliato", con "l'unico crimine di
essere straniero"; dice alla France Presse la storica Annie
Cohen-Solal, curatrice della mostra nonché autrice del recente
libro-inchiesta, 'Un étranger nommé Picasso' ('Uno straniero di
nome Picasso'), Prix Femina 2021.
Nel 1937, Picasso si impegna con i repubblicani spagnoli,
realizzando 'Guernica'', denuncia di tutti i fascismi. Quando,
per timore di venire espulso, chiede la nazionalità francese nel
1940 questa viene rifiutata.
Bisognerà attendere il 1947 affinché questo genio indiscusso
dell'arte entri nelle collezioni pubbliche francesi. Picasso
rifiuterà successivamente ogni onorificenza da parte della
Francia, incluso la Legion d'Onore, nel 1966.
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