La pala d'altare raffigurante San
Girolamo e San Giuseppe con il sacerdote Clemente, opera del
pittore rinascimentale lucchese Ansano, detto Sano, Ciampanti
(1474-1532/35) che si trovava nel Duomo di San Martino a Lucca
fino al 1595, torna visibile grazie all'intervento
dell'antiquario internazionale Fabrizio Moretti.
Da domani al 30 giugno, dopo secoli trascorsi nell'oblio
riservato di prestigiose collezioni private, il dipinto sarà
mostrato al pubblico da Moretti Fine Art, nella galleria con
sede al 27 Avenue de la Costa a Monte Carlo, nel Principato di
Monaco.
Si tratta di uno dei lavori giovanili più sorprendenti di
Sano Ciampanti di cui, in Italia e a Lucca, si erano perse quasi
completamente le tracce. Le pazienti ricerche d'archivio,
condotte per conto della galleria, hanno recentemente risolto il
mistero che riguardava l'opera. I documenti recuperati negli
archivi della diocesi di Lucca hanno rivelato che il dipinto fu
commissionato specificamente per la cattedrale di San Martino
nel 1498. Il committente era un sacerdote, Clemente di Antonio
Andrucci, che ora si può identificare con certezza nella figura
inginocchiata e vestita di nero. Originariamente l'opera era
collocata sull'altare di San Pietro in Vincoli (a destra
dell'altare maggiore), che faceva appunto riferimento alla
cappellania dei Santi Girolamo e Giuseppe, rappresentati in
primo piano accanto al donatore. La pala rimase in cattedrale
fino ad un importante intervento di riallestimento del 1595.
Dopo questa data si perse ogni sua traccia, fino a quando, a
metà dell'Ottocento, entrò a far parte della prestigiosa
collezione di dipinti del Rinascimento italiano del reverendo
Walter Davenport Bromley (1787-1862) a Wootton Hall, in
Inghilterra. L'opera di Ciampanti, si legge in una nota della
Galleria, ha fatto parte di "alcune prestigiose collezioni tra
Inghilterra, Germania, Austria e, infine, Stati Uniti dove ha
fatto parte di una delle raccolte private di arte medievale e
rinascimentale italiana più importanti al mondo. Tra l'altro,
negli anni, l'opera è stata attribuita anche ad Andrea del
Verrocchio e al Maestro del Tondo Lathrop ma le recenti ricerche
sgombrano il campo da ogni dubbio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA