Rinnovare la memoria di Giovanni
Fattori (1825-1908) offrendo una nuova interpretazione della sua
figura e della sua opera, concentrandosi sulle peculiarità e
l'unicità dell'artista e dell'uomo in rapporto al panorama
dell'arte italiana del XIX secolo: è quanto si propone la mostra
sul 'genio' dei Macchiaioli in programma a XNL Piacenza, centro
per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e
Vigevano, dal 29 marzo al 29 giugno e organizzata in occasione
del bicentenario della nascita e della prossima uscita del
catalogo ragionato, a cura di Giuliano Matteucci, con 170 opere,
di cui cento dipinti e 70 tra disegni e incisioni.
Fattori è stato uno degli artisti più significativi del
panorama figurativo europeo dell'Ottocento che ha saputo
dominare tutti i generi pittorici. Dalle prime ricerche sulla
macchia, che condurranno ad una vera e propria rivoluzione del
tradizionale concetto di estetica ottocentesca, agli intensi
ritratti, dai paesaggi en plein air ai soggetti di vita rurale e
alle scene che esaltano la Maremma, simbolo di quel mondo
contadino che Fattori amava e che contrapponeva alla
disorientante modernità urbana. Su questi campeggia
l'interpretazione dei soggetti militari, indagati sia nelle
manifestazioni più solenni ed epiche delle grandi campagne delle
Guerre d'Indipendenza, sia nei momenti più intimi della vita di
guarnigione.
Particolare attenzione è dedicata alla produzione grafica
dell'artista, composta da acqueforti che rivelano la sua
capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica
nuova, complementare alla pittura. Grazie alla collaborazione
con l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, sono esposti
disegni e acqueforti inedite che testimoniano l'evoluzione
stilistica di Fattori e il suo impatto sulla grafica italiana
del Novecento. La sua arte ha lasciato un'impronta indelebile
anche sulla cultura del XX secolo, come documentano saggi
critici e opere di artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio
Cecchi e Giorgio de Chirico. Le sue opere hanno ispirato anche
importanti registi come Luchino Visconti, che ha utilizzato le
atmosfere fattoriane nei suoi film sul Risorgimento, come Senso
e Il Gattopardo.
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