(di Laura Valentini)
Ad oltre mezzo secolo dalla chiusura
riapre nella rinascimentale Villa d'Este a Tivoli la Grotta di
Diana: restituito ai suoi colori e alla sua luce, il ninfeo
situato nella Passeggiata del Cardinale torna alla fruizione del
pubblico a partire dal 6 maggio, dopo due anni di restauro
frutto della sinergia fra l'Istituto autonomo Villa Adriana e
Villa d'Este-Villae e la maison romana Fendi. Posta in un punto
particolarmente suggestivo e panoramico di Villa d'Este,
Patrimonio dell'Umanità Unesco dal 2001, la Grotta di Diana fu
realizzata tra il 1570 e il 1572 da Paolo Calandrino su
probabile ispirazione di Pirro Ligorio, l'architetto che
progettò la Villa e il parco su incarico del cardinale ferrarese
Ippolito II d'Este il quale, divenuto nel 1550 governatore della
città laziale, desiderava una residenza adeguata al suo status.
La Grotta è un ambiente dedicato al piacere onesto e alla
castità, personificati in Diana, dea cacciatrice e simbolo di
virtù. Al suo interno sono raffigurati episodi mitologici tratti
dalle Metamorfosi di Ovidio insieme a Tritoni, Nereidi e
Cariatidi canefore. L'intera superficie della grotta è rivestita
da una ricca e complessa decorazione policroma e polimaterica
(stucchi, paste vitree, conchiglie, maioliche invetriate,
materiali lapidei). Con l'opera di restauro e valorizzazione
iniziata nel 2023 il complesso torna ad essere parte viva
all'interno della Villa. "Anche questo intervento si propone di
esplorare e decodificare le infinite suggestioni di Villa
d'Este, mettendo in luce come questo luogo continui a emanare la
sua magnificente bellezza, rivelando a tratti il sofisticato
progetto culturale che ne fu alla base" spiega il Direttore
dell'Istituto di Villa Adriana e Villa d'Este, Andrea Bruciati,
presentando la Grotta dopo il restauro. "Con questa azione
cerchiamo di contrastare la perdita e l'oblio che spesso
contraddistingue il nostro patrimonio e il recupero della Grotta
di Diana fa sì che tale ricchezza torni disponibile alla
collettività. In fondo -osserva - la storia dell'arte è anche
processo cognitivo che si nutre di queste 'riemersioni',
riconfigurando presente e passato per le generazioni future".
"Il restauro della Grotta di Diana a Villa d'Este è per Fendi un
atto d'amore, il più recente di un percorso secolare di tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che culmina
quest'anno con la celebrazione del nostro centenario" afferma
Silvia Venturini Fendi, Direttrice Artistica Accessori e
Collezioni Uomo della maison fondata a Roma nel 1925.
"Quest'opera rappresenta per noi un ulteriore investimento sul
futuro che parte dalla memoria del passato: un impegno volto a
preservare la bellezza e la storia del nostro paese" afferma
ancora Venturini Fendi.
Lo spazio della Grotta di Diana racconta la storia di un luogo
in cui arte e natura si fondono in perfetta armonia. L'accesso
principale è posizionato lungo la Passeggiata del Cardinale e
conduce a un ambiente a croce articolato in uno spazio centrale
con volta a crociera e grandi cariatidi canefore, un'ampia
nicchia con scogliera e fontana, e tre bracci di cui il primo,
con funzione di atrio, presenta due nicchie a parete e volta a
botte; il secondo, a sinistra, mostra due bassorilievi e, nel
fondo, una nicchia con scogliera e fontana; il terzo, a destra
con volta a botte, presenta due grandi bassorilievi ai lati e
nel fondo un'apertura che conduce a una loggia aperta verso
Roma. Dalla loggia, una scala a doppio ferro di cavallo porta
sopra alla Loggia dei Venti e a una piccola terrazza da cui si
gode un'ampia vista: dal Soratte ai monti intorno a Tivoli, fino
ai Castelli Romani; mentre la Città eterna è fulcro di questo
raro panorama. Gli interventi conservativi sono stati pensati
per recuperare tutti gli elementi peculiari della Grotta non
limitandosi alla salvaguardia degli apparati decorativi interni,
ma trattando ogni aspetto del ninfeo, comprese le strutture
architettoniche. Oltre alla conservazione, il restauro ha avuto
come obiettivo la valorizzazione, restituendo la Grotta
pienamente alla fruizione. Non a caso una delle operazioni più
significative ha riguardato l'installazione di una vetrata nella
loggia affacciata su Roma, una soluzione pensata per proteggere
la Grotta dal vento, che nei secoli ha contribuito all'erosione
dei materiali più delicati.
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