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A Villa d'Este riapre dopo 50 anni la Grotta di Diana

A Villa d'Este riapre dopo 50 anni la Grotta di Diana

Tivoli, due anni di restauro con il sostegno della maison Fendi

ROMA, 16 aprile 2025, 12:25

Redazione ANSA

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(di Laura Valentini) Ad oltre mezzo secolo dalla chiusura riapre nella rinascimentale Villa d'Este a Tivoli la Grotta di Diana: restituito ai suoi colori e alla sua luce, il ninfeo situato nella Passeggiata del Cardinale torna alla fruizione del pubblico a partire dal 6 maggio, dopo due anni di restauro frutto della sinergia fra l'Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d'Este-Villae e la maison romana Fendi. Posta in un punto particolarmente suggestivo e panoramico di Villa d'Este, Patrimonio dell'Umanità Unesco dal 2001, la Grotta di Diana fu realizzata tra il 1570 e il 1572 da Paolo Calandrino su probabile ispirazione di Pirro Ligorio, l'architetto che progettò la Villa e il parco su incarico del cardinale ferrarese Ippolito II d'Este il quale, divenuto nel 1550 governatore della città laziale, desiderava una residenza adeguata al suo status.
    La Grotta è un ambiente dedicato al piacere onesto e alla castità, personificati in Diana, dea cacciatrice e simbolo di virtù. Al suo interno sono raffigurati episodi mitologici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio insieme a Tritoni, Nereidi e Cariatidi canefore. L'intera superficie della grotta è rivestita da una ricca e complessa decorazione policroma e polimaterica (stucchi, paste vitree, conchiglie, maioliche invetriate, materiali lapidei). Con l'opera di restauro e valorizzazione iniziata nel 2023 il complesso torna ad essere parte viva all'interno della Villa. "Anche questo intervento si propone di esplorare e decodificare le infinite suggestioni di Villa d'Este, mettendo in luce come questo luogo continui a emanare la sua magnificente bellezza, rivelando a tratti il sofisticato progetto culturale che ne fu alla base" spiega il Direttore dell'Istituto di Villa Adriana e Villa d'Este, Andrea Bruciati, presentando la Grotta dopo il restauro. "Con questa azione cerchiamo di contrastare la perdita e l'oblio che spesso contraddistingue il nostro patrimonio e il recupero della Grotta di Diana fa sì che tale ricchezza torni disponibile alla collettività. In fondo -osserva - la storia dell'arte è anche processo cognitivo che si nutre di queste 'riemersioni', riconfigurando presente e passato per le generazioni future".
    "Il restauro della Grotta di Diana a Villa d'Este è per Fendi un atto d'amore, il più recente di un percorso secolare di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che culmina quest'anno con la celebrazione del nostro centenario" afferma Silvia Venturini Fendi, Direttrice Artistica Accessori e Collezioni Uomo della maison fondata a Roma nel 1925.
    "Quest'opera rappresenta per noi un ulteriore investimento sul futuro che parte dalla memoria del passato: un impegno volto a preservare la bellezza e la storia del nostro paese" afferma ancora Venturini Fendi.
    Lo spazio della Grotta di Diana racconta la storia di un luogo in cui arte e natura si fondono in perfetta armonia. L'accesso principale è posizionato lungo la Passeggiata del Cardinale e conduce a un ambiente a croce articolato in uno spazio centrale con volta a crociera e grandi cariatidi canefore, un'ampia nicchia con scogliera e fontana, e tre bracci di cui il primo, con funzione di atrio, presenta due nicchie a parete e volta a botte; il secondo, a sinistra, mostra due bassorilievi e, nel fondo, una nicchia con scogliera e fontana; il terzo, a destra con volta a botte, presenta due grandi bassorilievi ai lati e nel fondo un'apertura che conduce a una loggia aperta verso Roma. Dalla loggia, una scala a doppio ferro di cavallo porta sopra alla Loggia dei Venti e a una piccola terrazza da cui si gode un'ampia vista: dal Soratte ai monti intorno a Tivoli, fino ai Castelli Romani; mentre la Città eterna è fulcro di questo raro panorama. Gli interventi conservativi sono stati pensati per recuperare tutti gli elementi peculiari della Grotta non limitandosi alla salvaguardia degli apparati decorativi interni, ma trattando ogni aspetto del ninfeo, comprese le strutture architettoniche. Oltre alla conservazione, il restauro ha avuto come obiettivo la valorizzazione, restituendo la Grotta pienamente alla fruizione. Non a caso una delle operazioni più significative ha riguardato l'installazione di una vetrata nella loggia affacciata su Roma, una soluzione pensata per proteggere la Grotta dal vento, che nei secoli ha contribuito all'erosione dei materiali più delicati.
   

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