Un pellicano che di fronte alla
morte dei suoi pulcini, inizia a beccarsi e con il suo sangue
ridà vita ai piccoli. E' l'immagine legata, in diverse varianti,
a leggendari racconti, adottata anche dall'iconografia
cristiana, di estremo sacrificio, che dà il titolo a
Pelinkanblut (Pelican Blood) di Katrin Gebbe, viaggio che unisce
dramma famigliare, thriller psicologico, horror e un tocco di
favola nera. Il film apre il concorso di Orizzonti alla Mostra
del Cinema di Venezia. Un viaggio fra traumi infantili, scienza,
esorcismi voodoo, protezione materna e delirio. Protagonista una
delle più grandi attrici europee, la tedesca Nina Hoss, nei
panni di Wiebke, proprietaria di un maneggio dove addestra anche
i cavalli della Polizia e mamma adottiva di Nicolina (Adelia
Ocleppo), 9 anni, adottata all'estero. L'arrivo in famiglia di
Raya (Katerina Lipovska), 5 anni, un'altra bimba adottata, fa
crollare nella donna ogni certezza. La piccola è angelica
nell'aspetto ma rivela un'indole sempre più violenta.
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