"Dopo aver riletto ancora una volta David Copperfield, ho considerato come questo personaggio fosse davvero divertente, una sorta di Charlie Chaplin totalmente matto. Mi sono sorpreso di quanto fosse slapstick e cinematografico. C'era insomma moltissimo materiale da utilizzare, ma senza quella riverenza che in genere c'è verso questo libro e questo autore". Così oggi il regista Armando Iannucci ha presentato, insieme a parte del cast (compreso Hugh Laurie, disincantato protagonista della serie tv Dr. House) , La vita straordinaria di David Copperfield, in sala dal 16 ottobre distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys. Dice invece un Laurie con lunga barba in diretta dalla sua casa: "Il mio personaggio? (l'attore interpreta Mr. Dick, ndr) Ho un grande affetto nei suoi confronti. È uno che vive una sorta di schizofrenia, cosa che a quei tempi era anche più grave, ma il bello è che non c'è nulla di malevolo in lui".
Di scena nel film una girandola di situazioni, parole, ricchezza e povertà nella Londra del XIX secolo con protagonista un uomo che vive continuamente alti e bassi, forte di una purezza che alla fine vince su tutto. Il regista di 'Morto Stalin se ne fa un altro' e candidato all'Oscar per 'In the loop', insomma, ha messo le mani su uno dei romanzi più famosi e autobiografici di Charles Dickens - del quale ricorre l'anniversario dei 150 anni dalla morte - esaltandone più gli aspetti divertenti che quelli drammatici.
"Non è un film politically correct - spiega il regista, nato a Glasgow nel 1963, ma di origini napoletane, che ricorda anche come questo sia il suo primo lavoro in sala senza divieto -. Anzi, ho messo 'fianco a fianco' ricchezza e povertà di allora, facendo capire come il passato alla fine sia solo il riflesso della modernità. E c'è poi anche il tema forte, e molto moderno, della ricerca dell'identità". Gli fa eco Laurie: "Dickens è stato un esploratore della società come nessun altro. Una sorta di giornalista che si interessava anche di chi fosse e cosa facesse uno stalliere. Vale a dire uno scrittore molto aperto e capace di sondare i desideri e le pulsioni dei diversi strati sociali".
Che succederà del cinema ai tempi del Covid? Laurie/Dr. House ha la sua ricetta: "Premesso che anche per me il cinema resta sempre e solo la sala dove si condividono le emozioni insieme agli altri, ora che tutto il mondo è a pezzi, va detto che questo settore non è forse quello che sta peggio. La formula per non morire? Semplice - ribadisce l'attore inglese -, il cinema dovrà tornare più piccolo e dare spazio a storie più piccole. Certo, vedremo meno elicotteri schiantarsi in cielo, ma questo alla fine non è affatto male".
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