A inizio gennaio 2023 uscirà The
Palace, il nuovo film di Roman Polanski, da lui coprodotto, e
nel quale ha una parte da attore, "e fra due mesi inizio a
girare il mio nuovo film da regista, oltre che da produttore,
scritto da David Mamet, 'Il penitente', che gireremo tra New
York e Roma con un cast internazionale che non posso ancora
annunciare. Una storia necessaria perché è sulla follia del
politically correct e su una vicenda realmente accaduta. Parla
di un uomo totalmente distrutto, anche se non ha fatto nulla,
dalla macchina del politicamente corretto". Lo dice all'ANSA
Luca Barbareschi parlando dei progetti di Eliseo Entertaiment -
Moving Emotions.
Il film di Polanski, prodotto dalla società di Barbareschi
con Rai Cinema, in coproduzione con Lucky BOB (Polonia), CAB
Productions (Svizzera) e RP Productions (Francia) è un commedia
nera ambientata, si legge sul sito ufficiale, il 31 dicembre
1999 al Palace Hotel, sontuoso castello nelle Alpi Svizzere,
dove convergono ospiti ricchi, viziosi e viziati accolti da una
schiera di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. La
sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Jerzy
Skolimovski e a Ewa Piąskowska. Nel cast, Oliver Masucci, Mickey
Rourke, Fanny Ardant, John Cleese, Fortunato Cerlino e lo stesso
Barbareschi (già fra gli attori e coproduttore di L'ufficiale e
la spia). "E' stata un'esperienza bellissima, unica, molto
divertente - aggiunge - ma non posso anticipare nulla".
Per quanto riguarda 'Il penitente', nato come testo teatrale
di Mamet, già portato in scena da Barbareschi, "David ha scritto
anche una sceneggiatura strepitosa su un uomo che si rifiuta di
trasformare il suo lavoro di psicanalista in un'attività da
delatore. Il film sarà un'avventura molto grossa, prodotta con
Rai Cinema. L'inizio riprese sarà il primo novembre". Ogni sette
o otto anni "mi scelgo un progetto di cui firmare la regia.
Questo è un film che voglio seguire io, perché rispecchia ogni
mio pensiero, ogni virgola, ogni rabbia che ho dentro. La follia
a cui ci siamo piegati. La fine del pensiero occidentale dovuta
alla woke culture e cancel culture, che sono veramente una
tragedia".
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