Nessuno potrebbe smentire, anche se ha visto distrattamente UN VIZIO DI FAMIGLIA di Sébastien Marnier, che è proprio il nucleo familiare l'unità tossica per eccellenza, l'origine del male (come indica il titolo originale).
E poi che la protagonista, Stéphane (Laure Calamy, attrice di CALL MY AGENT), è davvero perfetta in questo thriller, già a Venezia ad Orizzonti Extra e ora in sala dal 5 gennaio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
Chi è mai Stéphane? Un mostro dietro un'apparente normalità. Prima ingenua lavoratrice, umile, modesta e tenera in un'industria di sardine, e poi, molto lentamente, la più orribile delle donne, capace di tutto per raggiungere i suoi scopi. "Lo so, sembra incredibile, ma quello che Stéphane fa, lo fa anche per gli altri - ha detto al Lido Laure Calamy -. Certo, è una donna egoista, molto dura, ma dietro questo atteggiamento c'è tutto il suo bisogno d'amore". Questa la storia senza spoiler. Un giorno, senza nessun motivo apparente, Stéphane, legata da una storia d'amore a una detenuta (Suzanne Clement), inizia a cercare quel padre, Serge (Jacques Weber), che non hai mai conosciuto. Scoprirà presto che è un uomo molto ricco e raffinato che vive nella sua grande villa insieme a quattro donne, moglie e figlie, anche loro animate da vera cattiveria e dalla voglia di accedere quanto prima liberamente ai soldi di Serge. Queste ultime si sentono però infastidite dalla presenza di Stéphane in casa, perché la vedono come una possibile coerede, per cui cercano di metterla in ogni modo alla porta. Ma non sanno chi hanno davvero di fronte. Pur di essere accettata, Stéphane, per fare una bella impressione a quella che è la sua nuova famiglia, inizia ad inventare e raccontare bugie sulla sua vita (cosa in cui davvero bravissima). Questa sua capacità da strumento di difesa diventerà causa di gelosia e odio da parte delle altre donne, tutte in conflitto con la figura del vecchio e despota Serge. È così all'interno della villa inizierà a diffondersi sempre di più il male, nelle sue forme più pure: ovvero quelle del denaro e del potere. "UN VIZIO DI FAMIGLIA è ispirato a diverse persone che ho conosciuto - dice il regista che nel 2016 ha diretto IRRÉPROCHABLE, storia di Constance, una disoccupata pronta a tutto pur di riprendersi il suo lavoro -. È un film sulla famiglia come unità tossica in cui tutti svolgono un ruolo, e come tale è un film di attori. Scopriamo così la famiglia attraverso la prospettiva di Stéphane, il che significa che iniziamo con una serie di idee preconcette e poi, nel tempo, vengono alla luce anche varie realtà. Questo lavoro - aggiunge Marnier - parla della fine del patriarcato, e l'idea era di avere solo donne nella storia, a parte l'origine del male stesso: il padre. All'inizio temevo che potesse essere troppo astratto, troppo irrealistico, ma mano a mano che il film è diventato più preciso nella mia mente, mi sono reso conto che non sarebbe stata una storia del tutto naturalistica, stavo realizzando una sorta di favola".
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