George Clooney e altre star di serie A sono scese in campo nella vertenza che da luglio divide il sindacato degli attori dai produttori di Hollywood. Il protagonista di Syriana (il thriller che gli e' valso il primo Oscar) e di Non e' un Paese per Vecchi ha incontrato via zoom i leader della Sag-Aftra Fran Dresher e Duncan Crabtree-Ireland per capire perche' la scorsa settimana il negoziato e' finito su un binario morto.
Con Clooney, che in agosto ha donato un milione di dollari al fondo sindacale per aiutare i colleghi in difficolta', hanno partecipato alla riunione anche Emma Stone, Ben Affleck, Tyler Perry e Scarlett Johansson. Gli attori, riporta oggi Deadline, erano particolarmente interessati alle proposte sulla condivisione dei profitti che la Sag, prima della rottura, aveva messo sul tavolo della Alliance of Motion Picture and Television Producer e dei quattro Ceo di Hollywood: Bob Iger di Disney, David Zaslav di Warner Bros. Discovery, Ted Sarandos di Netflix's Ted Sarandos e Donna Langle di Nbc Universal.
Nel corso della chiamata, Clooney, Johansson e gli altri hanno espresso "grande sostegno" ai leader del sindacato e ai loro sforzi per ottenere un buon rinnovo del contratto triennale di lavoro, ma hanno anche avuto "molte domande, risposte e alcuni suggerimenti", ha detto a Deadline una fonte. Nessuna reazione ufficiale e' venuta dalla Sag: "Incontriamo membri di tutti i profili tutti i giorni e sono conversazioni private su cui non facciamo commenti", ha detto un portavoce.
La Amptp ha bruscamente interrotto il negoziato l'11 ottobre sostenendo che "il divario tra le parti era ancora troppo grande e il dialogo non piu' produttivo". Le major avevano preso di mira in particolare l'ultima proposta della Sag per una piu' equa condivisione dei profitti dello streaming che, a dire de produttori, avrebbe comportato un costo di 800 milioni di dollari all'anno, "un peso economico insostenibile". La Sag aveva replicato affermando che la cifra calcolata dagli studi era "gonfiata del 60 per cento" perche' prendeva in considerazione show non Sag tra cui i reality e quelli internazionali. All'indomani della rottura il capo negoziatore Crabtree-Ireland aveva detto di esser stato colto di sorpresa: i negoziati del giorno prima erano andati senza particolari imprevisti e la proposta del sindacato - a suo parere - rappresentava "un'enorme concessione" rispetto a quella originaria dell'un per cento su tutti i profitti dello streaming che per gli studi era completamente fuori discussione.
L'ultima proposta del sindacato prevede invece che ciascuna piattaforma paghi 57 centesimi per abbonato all'anno: "Meno del costo di un francobollo", ha detto Crabtree-Ireland. I fondi dovrebbero finire in un fondo amministrato congiuntamente e distribuito agli attori sulla base dell'audience di ciascuno show.
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