"Il rapporto fra gli esseri umani e
i terrestri", cioè tutti gli altri esseri viventi che vivono sul
pianeta: questa è la sfida di Gaia, la sfida sulla abitabilità,
il concetto intorno al quale ruota il libro del filosofo della
scienza Bruno Latour, 'La sfida di Gaia' (Meltemi), in uscita in
Italia il prossimo mese, come lui stesso ha spiegato in un video
inviato alla manifestazione culturale Vicino/Lontano On e
diffuso in streaming ieri sera.
Il filosofo della scienza avrebbe dovuto partecipare in
collegamento in diretta ma le sue condizioni di salute sono
ancora precarie con "spossanti strascichi" dopo aver contratto
il Coronavirus.
Latour si è rifatto alla cosiddetta "ipotesi Gaia" dello
scienziato inglese James Lovelock, in parte ripresa dalla
biologa Lynn Margulis, secondo la quale la Terra (Gaia, dal nome
della divinità greca femminile che simboleggiava il pianeta
vivente) sarebbe un sistema che si autoregolamenta. In altre
parole, "le condizioni per vivere sono state create dai viventi
stessi e non sono opera di una provvidenza, non è un fenomeno
religioso". Per Latour "la stragrande maggioranza delle
trasformazioni sono state fatte da microbi e virus nel corso di
milioni di anni. Sono i batteri ad aver fatto girare la macchina
e trasformato le condizioni di esistenza in cui ci troviamo. I
viventi hanno costruito in 3/4 miliardi di anni l'ambiente in
cui vivono". Da qui ne discende il concetto di abitabilità: "noi
umani consentiamo ad altri viventi di vivere ma a nostra volta
siamo dipendenti da altri viventi". Anche dai virus come il
Covid-19: "Abbiamo la sfida sanitaria e dietro di essa
l'abitabilità di tutti i terrestri", ha concluso il filosofo.
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