(di Marzia Apice)
CRISTINA BORSATTI, MONICA VITTI
(Giunti, pp.288 + pp.8 di inserto fotografico, 19 euro). Una
persona vera, non un personaggio. Una donna dalla grande umanità
che, pur essendo diventata un mito del cinema, in fondo si è
sempre sentita "una di noi". E' proprio l'autenticità che la
giornalista Cristina Borsatti fa emergere nel libro "Monica
Vitti", biografia della grande artista edita da Giunti, dal 23
febbraio in libreria. Già pubblicato nel 2005 e ora riproposto
in una versione aggiornata dopo la scomparsa dell'attrice, il
volume segue passo passo la vita e la carriera della Vitti, per
offrirne un appassionato ritratto a tutto tondo. Gli aspetti
professionali - il talento gigantesco di interprete drammatica e
comica, lo stile innovativo e del tutto spontaneo, la bellezza,
la verve e quell'indimenticabile timbro di voce - e tutte le
esperienze nel mondo del cinema, del teatro e della tv si
mescolano tra le pagine alla vita di Maria Luisa Ceciarelli,
vero nome dell'attrice, da piccola solo una bimba che sfoggiava
le sette sottane che la madre le metteva per tenerla al caldo,
innamorata del ragazzino dirimpettaio, e poi destinata da adulta
a diventare una diva e una musa. La biografia è frutto di un
lavoro lungo e non certo semplice, perché nonostante la grande
celebrità, "sugli aspetti più personali di Monica Vitti c'era
davvero poco materiale", spiega in un'intervista all'ANSA
Cristina Borsatti, "nel 2005, quando uscì la prima edizione del
libro, io non avevo ancora 30 anni e mi sono misurata con un
autentico mostro sacro. Mi incontravo a piazza del Popolo con la
segretaria personale di Monica per avere dei materiali che
facevo fatica a rintracciare. Lo stesso Roberto Russo mi ha
aiutato molto. Monica ha scelto la foto di copertina, e quando
ha letto il libro mi è stato riferito che lo ha apprezzato. E'
stata per me una grande soddisfazione, anche se non ho potuto
incontrarla perché lei era già malata". "La Vitti non ha mai
desiderato raccontare la sua vita privata, ma io non volevo
occuparmi di quello, solo trovare un po' di intimità al di là
della carriera da diva", prosegue, "un'intimità che l'attrice
stessa ha concesso al pubblico tra le righe dei due libri che ha
scritto (Sette sottane nel 1993 e Il letto è una rosa nel 1995,
ndr). Io ho preso spunto da quei due testi, uno ha un intento
più autobiografico, l'altro è più un racconto, e dalla biografia
scritta da Laura Delli Colli anni fa". Quello che nel libro
l'autrice non manca mai di sottolineare è la grande eredità
lasciata da un'artista completa e camaleontica, una mattatrice
che è stata anche una grande donna, "capace di sdoganare tanti
tabù: senza essere dichiaratamente femminista, Monica Vitti ha
dato un importante contributo all'emancipazione delle donne, già
a partire dal suo aspetto fisico così poco convenzionale per
l'epoca. E poi non si è mai piegata a un mondo di uomini, ha
puntato su talento e intelligenza, rimanendo sempre se stessa",
aggiunge. Completano e arricchiscono il libro un bellissimo
inserto fotografico, con alcuni tra gli scatti più celebri
dell'attrice, e le preziose interviste a quattro importanti
registi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi e Franco
Giraldi: "mi hanno aperto le porte di casa loro con l'umiltà che
ha contraddistinto i grandi di quell'epoca", conclude Borsatti,
"e per la Vitti hanno avuto solo parole piene d'amore".
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