(di Claudia Tomatis)
CAROLA VAI, 'GATTI DI STATO. TRA
USO PUBBLICO E PASSIONI PRIVATE' (Rubbettino Editore, pp. 220,
euro 16,00)
I grandi del mondo raccontati attraverso i loro gatti. Sono
intrecci che riguardano animali capaci di allentare nel privato
la tensione di momenti rimasti nella storia, come si narra
dell'inseparabile Jock per il primo ministro britannico Winston
Churchill. Ma ci sono pure mici trattati come dipendenti da uno
dei più prestigiosi musei del mondo, l'Ermitage di San
Pietroburgo, più efficaci contro i topi dei prodotti chimici. Ad
assegnare loro lo status di dipendenti fu lo zar Pietro I, il
Grande. La zarina Caterina II attribuì poi ai mici quello di
"Guardiani delle pinacoteche", ancora oggi esistente. E ci sono
gatti a cui tutto è permesso, tanto da sedere ed essere
fotografati sulla poltrona dello Studio Ovale alla Casa Bianca,
come nel caso di Socks, della famiglia Clinton. Le loro storie
sono in un libro appena uscito della giornalista e scrittrice
torinese Carola Vai, dal titolo: "Gatti di Stato. Tra uso
pubblico e passioni private", edito da Rubbettino.
L'autrice, attraverso le vicende di re, regine, papi, leader
di varie epoche e continenti, e dei loro felini, descrive
frammenti di mondi diversi per linguaggio e cultura. Sono brevi
racconti del potere attraverso un'indagine storica, effettuata
tra quotidiani italiani e stranieri, biblioteche italiane e
archivi nazionali e internazionali. Ci sono i presidenti della
Repubblica, Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano, l'imperatore
romano Cesare Augusto, il faraone Tutankhamon, Livia, moglie di
Augusto, la regina del Regno Unito Vittoria. Tra i presidenti
degli Stati Uniti, Abramo Lincoln, Theodore Roosevelt, John
Kennedy, George Bush junior e Joe Biden. Esponenti religiosi,
quali Benedetto XVI, Leone XII, Paolo VI e Padre Pio, che hanno
iniziato a dividere tenerezze e malinconia coi gatti fin dai
giochi infantili, come pure il re di Francia Luigi XV.
Si scoprono leader legati ai mici soprattutto negli anni del
tramonto professionale, come gli statisti italiani Giovanni
Giolitti e Francesco Saverio Nitti, e il presidente francese
Charles De Gaulle, che arrivarono a dividere gli ultimi istanti
di vita solo con loro. Tra le caratteristiche individuate nei
gatti pure un modo per conquistare la simpatia dei popoli,
distraendoli da considerazioni negative, come per Evita e Juan
Peron, la coppia presidenziale argentina. E se lo statunitense
Socks riceveva migliaia di lettere, a Downing Street i gatti
"acchiappatopi" stipendiati dal governo hanno costretto i primi
ministri a rispondere alle domande su di loro in conferenza
stampa. È il caso di Boris Johnson con Larry. Un gatto capace
anche di ritardare la partenza del presidente Usa Donald Trump,
con l'auto blindata bloccata dal felino nascosto sotto.
Il libro si concentra inoltre su due Paesi, l'Egitto che ha
amato i gatti fin dal 3000 a.C., tanto da considerarli sacri, e
il Giappone, dove sono stati magici. Citate la Sardegna e Capri,
dove i governanti sensibili hanno agito a favore dei randagi.
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