(di Mauretta Capuano)
Ci porta a Teshima, un'isoletta
remota nel sud-ovest del Giappone, dove si trovano gli Archivi
del Cuore creati dal grande artista Christian Boltanski, morto
nel 2021, che ha registrato e catalogato per anni, in diversi
posti del mondo, il battito cardiaco delle persone, la
scrittrice Laura Imai Messina nel suo nuovo romanzo 'L'isola dei
battiti del cuore', pubblicato da Piemme, di cui sono stati
venduti alla Fiera di Francoforte i diritti di traduzione in
nove Paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia
, Paesi Bassi, Portogallo, Russia, Serbia (Vulkan Izdavaštvo).
"A circa un chilometro e mezzo di distanza dall'archivio
senti l'aria pulsare. Teshima è un'isola minuscola, 14,5
chilometri quadrati, mille abitanti e soprattutto risaie e un
museo d'arte contemporanea. Tutto questo arcipelago di isolette
del mare interno del Giappone è stato coinvolto in un progetto
artistico corposo. Entri, indossi un camice bianco, è come se
fosse una visita cardiologica. Uno schermo ti dice quale cuore
stai ascoltando in una stanza nera che può dare anche un po' un
senso di claustrofobia. Alle pareti ci sono specchi cileni che
sono neri perché riflettono non il volto, ma l'anima e c'è una
lampadina intermittente che si illumina insieme al battito. Poi
vai a una specie di postazione di computer con una finestra
molto ampia che si affaccia sull'oceano, metti le cuffie e
scegli random Bologna, Parigi, Gerusalemme, Tel Aviv. Puoi
ascoltare il battito di chiunque lo abbia registrato. Ti fa
sentire più vicina all'umanità quest'idea che senti il battito
di sconosciuti, non sai se sono vivi o morti e noN sai neppure
l'età" racconta all'ANSA Laura Imai Messina che è nata a Roma e
a 23 anni si è trasferita in Giappone dove vive con il marito e
i due figli e insegna in alcune delle più prestigiose università
di Tokyo.
Diventata un caso editoriale con 'Quel che affidiamo al
vento' uscito sempre per Piemme, in cui raccontava di una cabina
telefonica dove tu alzi il telefono e parli senza che ci sia
qualcun altro dall'altra parte, autrice di libri come 'Le vite
nascoste dei colori' (Einaudi), di saggi e storie per ragazzi,
anche questa volta la scrittrice riesce a cucire tutti questi
dati con un filo d'oro nella trama. Nel suo nuovo romanzo
troviamo un famoso illustratore e surfista, Shuichi, 40 anni e
una cicatrice in mezzo al petto, e Kenta, un pesce-bambino, 8
anni, che stringono una straordinaria amicizia che li porterà in
un luogo che batte al ritmo del cuore, Teshima appunto.
"E' un romanzo sull'amicizia tra due persone il cui legame
non dipende da un ruolo. Sono due individui di età diverse, 40
anni e 8 anni, che si guardano per quello che sono. Si prendono
cura uno dell'altro con gli strumenti che hanno. Un'amicizia in
senso puro. Questa storia ci fa vedere la felicità come
un'intenzione più che come qualcosa che ti deve cadere addosso"
afferma la Imai Messina. "Scrivere mi aiuta a essere più
gentile, più garbata, più fiduciosa, più paziente perché dietro
ad ogni persona ci potrebbe essere una storia del genere"
sottolinea.
Per la prima volta è stata a Teshima l'estate scorsa e ha
avvertito la fascinazione per questo luogo che non è
un'eccezione in Giappone. "Ce ne sono molti di più di quelli che
poi sviluppo nei miei libri. C'è in una piccola isoletta un
ufficio postale, che è diventato un museo, dove convogliano
tutte le lettere senza destinatario. Oppure, e questo potrebbe
diventare qualcosa di narrativo per bambini, ci sono gli
ospedali dei giocattoli, con più di mille e 200 medici di
giocattoli tra volontari e persone in pensione, dove i bambini
portano i loro giochi a riparare gratuitamente. C'è la notte dei
pupazzi in biblioteca, un'idea che ha scatenato una mini moda
anche in Italia dopo che ne ho scritto. In Giappone fermi la
poesia della vita. In Europa siamo molto più concreti, più
prosaici, c'è una separazione nettissima tra ciò che è adulto e
ciò che è bambino" spiega l'autrice che presenterà il libro il
20 ottobre alle 18.30 alla Libreria Spazio Sette - Ubik di Roma
con Paola Saluzzi e letture di Valentina Carnelutti.
Delle proteste in Iran dopo l'uccisione di Masha Amini perché
indossava 'scorrettamente' il velo dice: "è bello che ci sia un
gesto fisico come tagliarsi le ciocche di capelli. Il corpo
comunica in modo più diretto rispetto alle idee che sono
evanescenti. In Giappone se ne parla, ma non c'è mai enfasi. Il
Giappone è lento ma inesorabile" sottolinea la scrittrice che
sta lavorando per Einaudi a un saggio sui colori tradizionali
del Giappone.
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