(di Alessandra Baldini)
Gravemente ferito l'anno scorso
in un agguato, Salman Rushdie scriverà un memoir sull'evento, a
causa del quale ha perso la vista di un occhio. Lo ha reso noto
oggi la casa editrice Penguin Random House che pubblica i libri
dello scrittore anglo-indiano di Figli della Mezzanotte e
Versetti Satanici .
Knife: Meditations After an Attempted Murder (Coltello:
Meditazioni su un tentato Omicidio) uscirà il 16 aprile 2024, ha
annunciato l'editore: "Scrivere questo libro è stata una
necessità per me: un modo di appropriarmi della narrativa di
quanto è successo e per rispondere alla violenza con l'arte", ha
commentato Rushdie.
Lo scrittore fu aggredito il 12 agosto 2022 sul palcoscenico
della Chautauqua Institution, una comunità estiva per le arti
nello stato di New York, dove si apprestava a parlare degli
Stati Uniti come luogo di rifugio per scrittori in esilio.
Mentre l'evento stava per cominciare, un giovane di 24 anni,
Hadi Matar, salì sul palco prendendo ripetutamente Rushdie a
coltellate sulla faccia e l'addome: solo l'intervento di membri
del pubblico riuscì a impedire che le conseguenze non fossero
peggiori.
Rushdie rimase comunque gravemente ferito; ricoverato in
ospedale fu temporaneamente intubato e da allora ha perso la
vista dall'occhio sinistro. L'agguato si è sovrapposto a una
vita passata per anni sotto la minaccia della fatwa (e di una
taglia di 2,5 milioni di dollari sulla sua testa) decretata nel
1989 nei confronti dello scrittore dagli ayatollah iraniani dopo
la pubblicazione di Versetti Satanici. Per quasi un decennio
Rushdie ha vissuto nascosto, un'esperienza affrontata in un
precedente memoir, Joseph Anton, pubblicato nel 2012 con lo
pseudonimo adottato in quel periodo di paura in omaggio agli
scrittori Joseph Conrad e Anton Cechov.
La fatwa fu revocata nel 1998 e da allora Rushdie è tornato
un membro attivo della comunità letteraria newyorchese, in prima
fila nel movimento per la libertà di espressione. Inizialmente
l'idea di scrivere sull'agguato di cui era rimasto vittima non
gli era andata a genio: poi però aveva cambiato idea e
immaginato Knife come un contrappunto di Joseph Anton, ma da una
prospettiva diversa: "Quando qualcuno ti pianta un coltello nel
corpo, è una storia in prima persona".
Rushdie ha scritto finora 15 romanzi, di cui l'ultimo,
Victory City, finito prima dell'agguato, è uscito lo scorso
febbraio.
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