GUIDO SCORZA, DIARIO DI UN CHATBOT
SENTIMENTALE (LUISS UNIVERSITY PRESS, pp. 184, euro 18)
Un chatbot per amico, o psicoterapeuta, che dia l'illusione di
parlare con un proprio caro nell'aldilà o con cui scambiersi
parole d'amore come nel film Her che per primo, 12 anni fa, ha
fatto riflettere sulla pervasività della tecnologia e sulla
solitudine dell'uomo. Per aggiornare il detto tecnologico, "c'è
un un'app per tutto", ora si può dire che c'è un chatbot per
tutto, un assistente virtuale potenziato dall'intelligenza
artificiale a cui domandare qualunque cosa. Una modalità sempre
più presente nelle nostre vite che porta con se' questioni
etiche, giuridiche e di privacy.
A fare da guida a questa rivoluzione tecnologica è il saggio
Diario di un chatbot sentimentale (Come le macchine ci imitano e
ci manipolano) scritto da Guido Scorza, avvocato, giornalista e
docente di diritto delle nuove tecnologie e privacy, attualmente
componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati
personali. "Di fronte all'ipotesi di imminente naufragio
provocato dai pirati dell'AI, Guido Scorza lancia una missione
di salvataggio basata sulla conoscenza di come proteggerci,
perchè siamo ancora in tempo di dotarci di 'salvagenti'", scrive
nella prefazione Massimo Chiriatti, figura di spicco nel
panorama dell'innovazione digitale.
Dai pionieristici esperimenti con il chatbot Eliza (scritto
nel 1966 da Joseph Weizenbaum, che subito dopo si pente come
Oppenheimer con la bomba atomica) fino ai più moderni modelli di
linguaggio, il libro esplora le implicazioni di un mondo in cui
software sempre più sofisticati, acquisendo dati personali,
simulano emozioni e guadagnano la nostra fiducia al punto da
mettere in discussione il confine tra umano e artificiale. Ma
siamo consapevoli di quello che accade? E quale prezzo siamo
disposti a pagare? Soprattutto, chi controlla davvero queste
voci digitali? Attraverso storie reali, testimonianze e analisi
Guido Scorza svela i pericoli nascosti dietro l'illusione di una
compagnia virtuale perfetta: dalla manipolazione emotiva alla
dipendenza, dalla vulnerabilità dei dati alla mancanza di
regolamentazione. Perché se i chatbot arrivano a conoscerci
meglio di chiunque altro, chi ci proteggerà da loro?
"E' uno scenario che va studiato, compreso e governato prima
che sia troppo tardi", scrive Guido Scorza, che invita a
riflettere sulla "quantità enorme di potere manipolativo delle
scelte individuali e collettive nelle mani di un gruppo
ristrettissimo di soggetti".
Non mancano, nella quarta di copertina del libro, le
recensioni prodotte dai chatbot attualmente più popolari,
ChatGpt e Gemini. "Diaro di un chatbot sentimentale non è un
saggio sull'intelligenza artificiale. E' un racconto su di te",
così si pronuncia il software di OpenAI, mentre quello di Google
scrive che "il libro lo ha fatto riflettere sulla natura dei
sentimenti" e propone al lettore: "Ti va di parlarne? Io sono
qui per te, sempre."
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