(di Marzia Apice)
MARTINO GIORDANO, VARIAZIONI SUL TEMA
(Solferino, pp.256, 18 euro). Essere disposti a "cancellarsi",
come unica via per continuare a esistere. E poi colpirsi, lì
dove fa più male, perché a volte solo il dolore permette di
sentirsi ancora vivi. Sono anime e corpi smarriti i protagonisti
di "Variazioni sul tema", l'intenso esordio letterario di
Martino Giordano, in libreria con Solferino. Un romanzo a tratti
spietato, in cui la scrittura del giovane autore palermitano
scava nei sentimenti più profondi, anche quelli inconfessabili,
fino a mostrarne l'essenza, sfacciatamente, come per rispondere
a un'urgenza. La stessa urgenza - di trovare un proprio posto
nel mondo, di non sentirsi sbagliati, di non deludere le
aspettative degli altri pur riconoscendo l'impossibilità a farlo
- che muove i due protagonisti.
Lidia e Leo sono in guerra contro se stessi e lottano contro
corpi che non riconoscono. Sono giovani, talentuosi, ma divorati
da una solitudine e da inadeguatezza che non lascia scampo.
Lidia, che con il suo violoncello è pronta a iniziare una
carriera da concertista, cambia strada in modo repentino quando
ha davanti l'opportunità di intraprendere un percorso di
transizione. Le macerie che lascia dietro di sé sono cumuli di
dolore, di smarrimento, di incertezza: gli addii necessari - a
Dalila, la sua fidanzata pianista, che con lei condivide l'amore
totale per la musica, ai genitori, che l'hanno cresciuta con
amore e senza giudizi, alla sua città, quella Palermo piena di
contraddizioni e di ferite, ma anche di una bellezza seducente -
le permettono di fare un passo in più verso un'identità tutta da
conquistare (e accettare). Anche Leo vaga: i suoi passi incerti
lo portano a Praga, dove si muove tra sordide camere di motel e
locali notturni ambigui e maleodoranti. Sulle spalle e nel cuore
la pesantezza di aver fallito, con gli altri e con se stesso,
nella convinzione di non meritare più dello squallore che ha
intorno. Un bagliore nella sua vita spenta lo porterà Selene,
drag queen coltissima e altrettanto sofferente (e il suo
alter-ego Lucien) con cui proverà a salvarsi dal baratro della
disperazione. Intrecciando le storie di Lidia e di Leo, l'autore
trascina il lettore in un viaggio dentro il dolore di corpi
rifiutati e abusati, ma anche nella speranza tenace di chi non
vuole rinunciare, costi quel che costi, alla propria identità. E
la scrittura - a volte indulgente di fronte alla paura dei
protagonisti, a volte impietosa, quasi feroce tanto è precisa in
ogni minima descrizione - diviene arma potente nel racconto di
questo viaggio esistenziale imprescindibile dal corpo.
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