Charlie Brown continuerà a volare in
aria ogni volta che tenterà di calciare il pallone da football
americano che Lucy immancabilmente gli sottrarrà all'ultimo
minuto e i suoi aquiloni continueranno inesorabilmente ad essere
mangiati dagli alberi; il saggio Linus non abbandonerà mai la
sua fedele coperta blu, rifugio sicuro dalle insidie del mondo,
né il suo dito in bocca; il romantico Schroeder rimarrà in
eterno piegato sul suo pianoforte inconsapevole dello sguardo
innamorato di Lucy. E Snoopy, il bracchetto superstar amico
dell'incomprensibile Woodstock, non finirà mai la frase cult da
scrittore mancato "era una notte buia e tempestosa...".
Esattamente venti anni fa, i personaggi immaginati da Charles
Schulz e diventati patrimonio di mezzo mondo con milioni di fan,
sono rimasti cristallizzati in un non tempo, in una non
dimensione. Il 3 gennaio del 2000, infatti, il papà dei Peanuts
dava alle stampe la sua ultima striscia quotidiana dopo 50 anni
di carriera (la prima vignetta aveva visto la luce il 2 ottobre
1950), poco prima della sua morte avvenuta il 12 febbraio dello
stesso anno.
Il commiato era stato affidato a Snoopy, chino sulla macchina
da scrivere sul tetto della sua cuccia, accompagnato dal
messaggio: "Sono stato fortunato. Ho disegnato Charlie Brown e i
suoi amici per quasi 50 anni".
I Peanuts sono stati pubblicati su oltre 2600 giornali in
tutto il mondo e hanno raggiunto oltre 350 milioni di lettori in
75 paesi e 21 lingue diverse.
Schulz aveva più volte dichiarato che non avrebbe mai
lasciato a nessuno in eredità le sue creature: "Quando non potrò
più disegnare non voglio che nessuno prenda il mio posto.
Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy, Woodstock e gli altri miei
personaggi usciranno di scena con me", aveva annunciato. E così
è stato, ma la popolarità delle "noccioline" non si è mai
fermata.
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