Basta un piano e l'accompagnamento di
un violino a Wim Mertens per creare le atmosfere magiche della
sua musica universale, che, pur non rinunciando agli schemi
ripetitivi, a tratti ossessivi, del minimalismo, non abbandona
mai quel fondo di melodia che lo ha reso famoso in tutto il
mondo.
Note che vanno dritte al cuore quelle del compositore belga,
che anche alla Cavea dell'Auditorium di Roma, ha voluto
sottolineare la centralità del rapporto con gli spettatori,
invocandoli continuamente nel corso della serata e trasmettendo
un messaggio ancora più forte in questa fase di pandemia che ha
falcidiato le esibizioni dal vivo.
Sono ben quaranta gli anni di carriera musicale che Mertens
ha voluto festeggiare con un concerto inserito nell'ambito del
Romaeuropa Festival, in una prima nazionale per l'unica data
italiana dell'"Inescapable Tour 40th anniversary 1980 - 2020".
Ad accompagnarlo la violinista Liesbeth Baelus, giovane
musicista belga con una già vasta esperienza internazionale.
Oltre ovviamente alla sua voce, il suo linguaggio
incomprensibile che non vuole esprimere un concetto, ma solo
comunicare emozioni.
Nella prima parte della serata, il pianista ha eseguito
brani della sua produzione più recente. Poi Mertens si è
lasciato trasportare, tra le ovazioni del pubblico,
nell'esecuzione dei suoi maggiori successi dal 1980 ad oggi. Da
"Close Cover", "Iris", "Often a Brid", fino a "Maximazing the
Audience" (1984) e "Struggle For Pleasure".
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