Non è lui, lo mette subito in chiaro in un italiano un po' stentato ma molto comprensibile, è il suo avatar invecchiato e con dieci chili in più, lui, quello vero, è su una spiaggia ai Caraibi bello abbronzato e in forma.
Si affida subito all'ironia Peter Gabriel, che avatar o no, torna più vero del vero, a calcare l'enorme palco dalla tecnologia avanzata, per il suo i/o The Tour che lo ha riportato in Italia per due tappe evento (sabato 20 maggio all'Arena di Verona e domenica 21 maggio al Mediolanum Forum di Milano) per proseguire - in tutto 22 tappe prodotte da Live Nation - a Parigi poi Lille, Berlino, Monaco, Copenhagen, Stoccolma, Bergen, Amsterdam, Anversa, Zurigo, Colonia, Amburgo, Francoforte, Bordeaux, Birmingham, Londra, Glasgow, Manchester, per finire domenica 25 giugno a Dublino.
Un concerto che vale un viaggio e tanti erano infatti gli stranieri presenti nelle due tappe italiane, in una kermesse che ha attraversato le generazioni ed ha sfidato la pioggia. Vecchio e nuovo, classico e innovativo come nell'anima di questo artista da sempre segnano infatti la scaletta delle serate con una prima parte più lenta e riflessiva su temi tanti forti quanto contemporanei, ed una seconda molto grintosa fino all'esplosione finale dove al doppio bis concede come da tradizione la sua Biko, omaggio a Stephen Biko, attivista sudafricano anti-apartheid assassinato nel 1977, accompagnata da migliaia di pugni chiusi nel consueto rito collettivo.
Un vero e proprio viaggio nel tempo scandito del resto prima di salire sul palco da un enorme orologio dove un operaio in tuta arancione scrive e cancella i minuti. Lui, Peter Gabriel, il poeta sperimentatore questo tempo lo attraversa, e ricompare dopo nove anni di assenza dall'Italia, con un live che tra l'Arena di Verona e il Forum di Assago ha esaltato i suoi già fedelissimi fan. A sostenerlo una band spettacolare, anche questa tra tradizione e innovazione - che lui ringrazia e ringrazia più volte nel corso della serata -, con l'immancabile Tony Levi, Manu Katchè, David Rhodes, Don McLean, Richard Evans, Marina Moore, Josh Shpak ed una spettacolare Ayanna Witter-Johnson, con i suoi bellissimi orecchini a forma di Africa che duetta con Gabriel in Don't Give Up. Ci sono quindi anticipazioni dal suo prossimo album i/o, oltre a pescare dal suo ineguagliabile catalogo musicale di hit, canzoni amate dai fan e perle inaspettate. Si parte con Washing of the Water, anche perchè il tema dell'acqua è ricorrente nella serata per l'attenzione che l'artista mette da sempre alle questioni della crisi climatica. Così come ritorna più volte, nelle sue parole e nelle immagini spettacolari del grande occhio che lo sovrasta, la questione della tecnologia e dell'intelligenza artificiale ancora centrale nella sua poetica. Come nel nuovo e bellissimo Panopticom, inedito come i/o e This Is Home che però si aggiungono appunto a hit come Don't Give Up, Big Time o In Your Eyes.
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