Quando con Einaudi "decidemmo il titolo La ferocia, i promotori editoriali si chiesero se fosse troppo duro. Poi mi sono ricordato di un bellissimo verso dal Paradiso di Dante che riferendosi alla Terra la definisce 'l'aiuola che ci fa tanto feroci". Negli esseri umani l'istinto di prevaricazione molto spesso prevale sull'istinto di collaborazione". Lo dice Nicola Lagioia, riferendosi ai temi del suo romanzo, vincitore del premio Strega 2015 che ora arriva in palcoscenico con l'omonimo spettacolo realizzato dalla compagnia pugliese VicoQuartoMazzini, fondata da Michele Altamura e Gabriele Paolocà, che è in prima nazionale dal 31 ottobre al 2 novembre al teatro Vascello nell'ambito di RomaEuropaFestival, per poi girare in tournée. "A distanza di dieci anni dall'uscita del libro mi fa un po' impressione come la parola ferocia sia diventata, anche guardando agli ultimi mesi, alle ultime settimane, lo sfondo dell'atmosfera in cui viviamo" aggiunge l'autore. La messa in scena, diretta da Paolocà e Altamura, che ne sono anche interpreti, insieme Roberto Alinghieri, Leonardo Capuano. Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza e Andrea Volpetti rilegge il viaggio in noir fra denaro, cupidigia, violenza nelle più varie forme, ricatti personali ma anche scelte d'amore, nella Puglia della famiglia Salvemini, costruttori locali, i cui segreti sono messi a rischio dalla morte violenta della giovane Clara. Il romanzo di Lagioia "guarda al sud e lo affronta con uno sguardo non stereotipato o scontato, ma analitico e con la possibilità che attraverso quel microcosmo si potesse parlare della società in senso lato - spiega Paolocà -. Portare questo libro in scena ci è sembrata una sfida fantastica". Si parla di un sud "sganciato da ogni cartolina, da ogni fotografia carina, che ci racconta il sud che conosciamo e viviamo, che ci dà tanta gioia e ci fa tanto soffrire" aggiunge Altamura. Gli ultimi anni, nella società in cui viviamo, sembrano più abitati dalla ferocia: "Ci sono periodi più tranquilli e altri meno - commenta Lagioia - questo lo è meno. I social network hanno addirittura un algoritmo che favorisce questo clima, le risse, e le fake news pagano di più. Siamo in una situazione abbastanza complicata. Noi ad esempio siamo risparmiati dalla violenza bellica, ma cediamo alla violenza verbale. Credo che ognuno di noi abbia un piccolo o grande potere nella società, e tutti dovremmo usare la nostra voce responsabilmente, non sempre immaginare che siano gli altri a dover agire. Fare lo scaricabarile favorisce questa situazione. Ci sono massacri su massacri e sui social network non solo 'anonimo25' ma anche giornalisti e intellettuali usano quello che succede come pretesto per attaccare e insultare l'avversario. Ognuno dovrebbe far leva sul proprio super io per cercare di essere tutti un po' più caritatevoli". Tornando al suo romanzo, "prima avevo sempre scritto libri ambientati a Roma, e quando lo fai, ti confronti con fantasmi come quelli di Pasolini, Moravia, Amalia Rosselli, Gadda per non parlare dei registi … ma scrivendo della Puglia mi sentivo Walt Whitman - dice sorridendo l'autore barese, ora al lavoro su un nuovo libro - come se fossi in una terra vergine, era una situazione nuova per me dal punto di vista narrativo". Tuttavia "come sempre succede, racconti una vicenda locale e poi scopri come risuoni dappertutto". Per Lagioia che scoprirà lo spettacolo alla prima, insieme al pubblico è sembrato naturale "passare il testimone" del romanzo al teatro "e dire 'fatene quello che credete. L'importante è che ci sia quella vibrazione di fondo". Si era parlato qualche anno fa anche del progetto di un adattamento cinematografico: "Mi hanno anche pagato i diritti ma poi non ne ho saputo più niente...".
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