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The Gilded Age, per le serie in costume è sempre l'età dell'oro

The Gilded Age, per le serie in costume è sempre l'età dell'oro

Da creatore Downton Abbey (presto nuovo film). Attesa Bridgerton

ROMA, 13 marzo 2022, 20:08

di Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

THE GILDED AGE, in arrivo su Sky - RIPRODUZIONE RISERVATA

THE GILDED AGE, in arrivo su Sky - RIPRODUZIONE RISERVATA
THE GILDED AGE, in arrivo su Sky - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per le serie in costume l'età dell'oro sembra non esaurirsi mai. Perché il pubblico si appassiona ancora oggi a period drama in cui dominano i meravigliosi abiti con i corsetti, le tavole imbandite, i balli sfarzosi o gli intrighi di palazzo? In fondo ancora cerchiamo o crediamo nelle favole, anche se poi le cronache ci raccontano come dietro ai sorrisi si siano sempre nascosti faide, tradimenti, guerre (anche se pronunciare questa parola sembra un sacrilegio irrispettoso). A dimostrarlo, il successo di serie come Bridgerton, tra le più viste su Netflix (i fan sono in fibrillazione per la seconda stagione, in arrivo dal 25 marzo con nuovi intrighi e nuovi amori), o delle saghe come The Crown (in arrivo la quinta stagione a novembre). Attesissimo anche il film Downton Abbey 2: Una Nuova Era: in sala dal 28 aprile, scritto dal premio Oscar Julian Fellowes e diretto da Simon Curtis, arriva dopo il grande successo della serie tv conclusasi nel 2015 con la sesta stagione e del lungometraggio del 2019. Ma ugualmente atteso il 21 marzo su Sky Serie, on demand su Sky e in streaming su Now, The Gilded Age, period drama targato Hbo. Già rinnovata per una seconda stagione, anche questa serie è firmata da sir Julian Fellowes, un'istituzione in tema di drammi in costume che, dopo aver tratteggiato vizi e virtù della nobiltà inglese dei primi del '900 prima (Downton Abbey) e della prima metà dell''800 poi (Belgravia), ci trasporta ora nell'età dorata americana di fine diciannovesimo secolo, proprio al centro del conflitto tra tradizione e modernità, con la nuova borghesia sempre più alla ribalta anche grazie all'avanzare delle conquiste tecnologiche che segnarono quegli anni. Se la tradizione è incarnata dall'intransigente e orgogliosa ereditiera Agnes van Rhijn, interpretata da Christine Baranski, spalleggiata dalla sorella Ada Brook (Cynthia Nixon), la modernità ha le appariscenti sembianze della ricchissima coppia borghese interpretata da Morgan Spector e Carrie Coon, appena trasferitasi in un nuovissimo e sfarzoso palazzo a pochi metri dalla storica dimora delle due sorelle. Nel mezzo sta la protagonista di questa storia, che ha il volto di Louisa Jacobson Gummer: Marion Brook, la malcapitata nipote di Agnes e Ada che si ritroverà suo malgrado, insieme all'aspirante scrittrice Peggy Scott (Denée Benton), nel bel mezzo di una contesa tra le zie e i nuovi, rampanti vicini. Nel cast anche Taissa Farmiga, Blake Ritson, Simon Jones, Harry Richardson, Thomas Cocquerel e Jack Gilpin. Occhi puntati sulla protagonista Louisa Jacobson: è la debuttante figlia minore di sua maestà Meryl Streep. La figlia d'arte, veste i panni della giovane Marian che si troverà costretta a giungere alla Grande Mela partendo dalla campagna della Pennsylvania. La società del Nuovo Mondo è in fermento e sempre più polarizzata, tra nuovi ricchi e vecchi schemi sociali. Marian, orfana di un generale sudista, si trasferirà presso le zie Agnes e Ada a New York. Si troverà in un nuovo contesto, con sullo sfondo le enormi disparità economiche che interessano la città, si farà strada nell'alta società anche con l'aiuto di una coetanea di successo, Peggy Scott, una donna afroamericana che fa passare come sua tata. Christine Baranski interpreta Agnes van Rhijn, un'aristocratica vedova, testarda e orgogliosa che non accetta il fatto che il mondo sia cambiato. Per lei è inconcepibile che i vecchi valori siano soppiantati da nuovi ideali che lei non riconosce. Cintia Nixon è Ada Brook, un'altra vittima del collasso del sistema sudista, proprio come sua sorella. A differenza di quest'ultima, non ha trovato un modo per uscire dalle ristrettezze economiche in tempo: non si è sposata. Così dipende economicamente dalla carità di Ada. Inavvertitamente la giovane Marian rimarrà invischiata nelle faide sociali tra una delle sue zie (dalla mentalità decisamente retrograda) e i suoi vicini ricchissimi. In questo caso Fellowes vuole alzare la posta, d'altronde per eguagliare una figura del calibro di Maggie Smith, voce dell'ultimo baluardo di nobiltà e tradizione in Downton Abbey, non è detto che di artiste ne bastino due, anche se la coppia Baranski-Nixon promette un delizioso concentrato di cinismo, acidità e ironia.

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