GIUSEPPE ALESSIO NUZZO, CINEMA E' SOGNO (PULCINELLA EDITORE pag. 331, euro 18). Ha cominciato a 16 anni con un quadernetto sul quale annotava le frasi più belle dei film che vedeva: dieci anni dopo, e dopo aver dato vita nel frattempo al Social World Film Festival, una mostra internazionale del cinema sociale che si tiene a Vico Equense (Napoli), Giuseppe Alessio Nuzzo è arrivato a metterne insieme oltre 1450 di battute, tratte da oltre 500 opere di ben 172 registi. E' nata cosi' l'idea di riunirle tutte in un'antologia dal titolo 'Cinema è sogno' - Antologia delle citazioni cinematografiche: le frasi dei più celebri film italiani dal 1930 ad oggi - presentato in anteprima nei giorni scorsi al Pan di Napoli.
"Frasi - le definisce il critico cinematografico Gian Luigi Rondi nella sua prefazione - che anche se non avessimo mai udito al cinema, fanno parte del nostro respiro civile".
"Credevamo di cambiare il mondo e invece il mondo ha cambiato noi", dice un disilluso Stefano Satta Flores in 'C'eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974). "La vita non è come l'hai vista al cinematografo, la vita è più difficile" sembra rispondergli in un dialogo ideale il giovane Salvatore di Peppuccio Tornatore in Nuovo Cinema Paradiso (1998) come se tutto rientrasse in un'unica grande sceneggiatura. E in effetti, da Roberto Rossellini a Matteo Garrone, da Zeffirelli a Salvatores, passando per Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Elio Petri, Dino Risi, Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Roberto Benigni, Sergio Leone e tanti altri, quello che nasce come un collage di battute, finisce per essere esso stesso un film, un incredibile montaggio di citazioni e dialoghi (ma anche monologhi) che fanno rivivere in un'unica pellicola quasi un secolo di cinema italiano spezzettato in tanti fotogrammi, scena dopo scena, battuta dopo battuta.
Il volume di Nuzzo, che rende omaggio a Sophia Loren in copertina, conta dodici capitoli, tanti quanti sono i generi cinematografici. Ed esce in concomitanza con i 120 anni dalla nascita del cinema, dato che fu il 28 dicembre 1895 che i fratelli Lumière proiettarono per la prima volta di fronte ad un pubblico pagante "L'uscita degli operai della fabbrica Lumière di Lione". "Questo lavoro vuole riportare in luce il valore pieno della sceneggiatura - spiega Giuseppe Alessio Nuzzo - con una collezione di citazioni la cui sola lettura ci fa ripensare a scene indimenticabili del cinema italiano". Perche' - per dirla alla Benigni in 'La vita à bella' - "Nulla e' più necessario del superfluo".
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