L'Antitrust "ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento" da parte delle società Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi) "anche attraverso gli istituti di credito con i quali rispettivamente operavano". Le sanzioni, decise al termine di due istruttorie, ammontano complessivamente a 15,35 milioni di euro.
Con una sanzione da 2 milioni per l'azienda Idb sono così arrivate multe più salate per Unicredit (4 milioni) e Banco Bpm (3,35 milioni). Parallelamente si è chiusa con una sanzione da 1 milione l'istruttoria su Dpi, con sanzioni per Banca Intesa (3 milioni) e Mps (2 milioni).
Il ruolo di tramite delle banche, anche con "la presenza del personale bancario agli incontri" tra venditori di diamanti e acquirenti - sostiene l'Antitrust - ha dato "ampia credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, determinando molti consumatori all'acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti".
Idb, commentando con una nota, "prende atto della delibera" dell'Autorità per la Concorrenza "giunta dopo mesi di attesa. Oggi, però - sottolinea il comunicato - la società non può non rilevare già da una prima lettura, come la pronuncia dell'Authority appaia inficiata da gravi errori sia nell'accertamento dei fatti, sia in linea di diritto"; Ha quindi dato "incarico ai propri legali di impugnare il provvedimento al Tar".
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