Se il treno del 'silicio'
l'industria del Fvg lo ha ormai perso, è bene guardare al futuro
investendo meglio e di più nelle tecnologie quantistiche, un
terreno dove la sfida è ancora aperta e il tessuto
imprenditoriale regionale e nazionale si può mettere in gioco.
E' l'idea emersa dall'incontro organizzato oggi dalla
Confindustria Udine con con Federico Faggin, fisico, inventore e
imprenditore al quale si deve l'invenzione del microprocessore
che ha aperto le porte all'era dell'informazione, rivoluzionando
la tecnologia.
"Un incontro che è stato una grande opportunità per esplorare
l'evoluzione del supercalcolo - ha commentato la vicepresidente
di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli -, ma anche per
raccontare un'altra storia, pressoché sconosciuta: quella del
nostro territorio, fatto da aziende che fin dalle origini sono
state protagoniste della rivoluzione del microchip e oggi
guardano al futuro". "In Italia - ha proseguito - è molto
difficile che nascano nuove realtà sui chip, in quanto non c'è
sufficiente conoscenza di questo processo industriale e anche le
start up devono emigrare all'estero per trovare finanziamenti.
Due limiti sui quali dovremmo riflettere, cercando di porvi
rimedio".
Secondo il vicepresidente di Confindustria Udine, Dino
Feragotto, "nonostante in Italia operi la ST, una delle
industrie di semiconduttori più rilevanti d'Europa, manca al
nostro Paese la capacità di far crescere nuove startup che
sviluppino tali tecnologie. E noi, affetti come siamo dalla
sindrome di Nimby, abbiamo impedito che aziende straniere
venissero a investire cospicui capitali qui in Italia".
L'imprenditore Roberto Siagri ha infine lanciato una sfida per
il futuro: "Pur restando quella del silicio un'area che non
andrebbe comunque abbandonata se una leadership si volesse
recuperare, andrebbe cercata nel settore delle tecnologie
quantistiche dove si giocherà nei prossimi 3-4 anni".
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