Interscambio ed export tra Italia
e Serbia crescono in "maniera costante" ed è "doveroso
consolidare le prospettive di cooperazione e sviluppo a lungo
termine affinché per le imprese italiane la Serbia non sia solo
un mercato nel cuore dei Balcani ma un partner strategico con
cui costruire un futuro di crescita condivisa tra Europa
orientale e occidentale". Lo ha detto la vicepresidente di
Confindustria per l'internazionalizzazione Barbara Cimmino in
apertura del business forum Serbia-Italia a Belgrado,
sottolineando che "l'integrazione europea rappresenterebbe
un'opportunità significativa per intensificare ulteriormente i
legami bilaterali".
Cimmino ha ricordato che l'interscambio ha segnato "nel 2024
un +9,4%". "Crescono, in particolare e con una tendenza positiva
quasi ininterrotta - ha osservato - le esportazioni italiane,
indice di un progressivo apprezzamento del Made in Italy". E ci
sono "significative prospettive di ulteriore sviluppo", per "374
milioni di euro" nei calcoli del Centro studi di Confindustria,
che si traduce in un potenziale di maggiore export "del 16%. A
fronte di un miglioramento della capacità produttiva,
l'industria italiana avrà inoltre uno spazio addizionale pari a
1,3 miliardi". Tra i comparti principali "agri-food,
tessile-abbigliamento, apparecchi elettrici, prodotti in metallo
e macchinari". I beni strumentali rappresentano "già la prima
voce del nostro export nel Paese" tanto che "la Serbia è per
l'Italia il primo mercato per potenziale tra gli emergenti in
Europa con buone opportunità di crescita pari al 37%".
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