Blocco delle protezioni in Italia di
animali sensibili all'afta epizootica, estendendo il divieto
all'intero territorio degli Stati coinvolti e non solo alle zone
di protezione attualmente individuate. Parallelamente, è
necessario un aumento dei controlli alle frontiere, per evitare
che le triangolazioni commerciali tra Paesi possano aggirare i
divieti e mettere a rischio la sicurezza sanitaria degli
allevamenti nazionali. Lo chiede Coldiretti davanti ad una
platea di 2mila agricoltori riuniti a Roma, esprimendo la
massima preoccupazione per la diffusione della malattia in
Ungheria e Slovacchia. L'ultimo caso il 25 marzo in Ungheria al
confine con l'Austria, conferma la gravità della situazione e
rende urgenti misure di contenimento efficaci. Con l'avvicinarsi
delle festività pasquali, periodo in cui l'importazione di
agnelli aumenta in modo significativo, secondo Coldiretti, il
rischio di diffusione del virus cresce ulteriormente.
Il pericolo è enorme, avverte, l'afta epizootica, pur non
essendo contagiosa per l'uomo, è altamente virale e devastante
per il bestiame. La malattia provoca vesciche dolorose su bocca,
lingua, muso e zampe, rendendo difficile agli animali nutrirsi e
muoversi, con conseguente isolamento o abbattimento forzato. La
diffusione di un'epidemia avrebbe effetti disastrosi su un
settore già duramente colpito dalla peste suina africana e dalla
lingua blu, arrivata proprio dal Nord Europa. Nel 2024, l'Italia
ha già importato 80mila suini vivi dalla Germania, 10.300
dall'Ungheria e 5.300 dalla Slovacchia, 46.500 ovicaprini vivi
dall'Ungheria, oltre a 4mila bovini dall'Ungheria e 6.500 dalla
Slovacchia. Nel 2023 l'Italia ha aumentato di quasi il 70% le
importazioni di animali vivi dalla Germania, tra bovini, ovini e
suini, e proprio il Regno Unito ha recentemente imposto un bando
temporaneo sulle carni tedesche per i focolai di afta epizootica
riscontrati nel Paese.
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