"Abbiamo sottolineato che dagli
anni '70 ad oggi solo un'opera infrastrutturale di rilievo è
stata fatta rispetto alle decine discusse, pianificate o
ipotizzate ed è la diga di Ridracoli, che ancora oggi
rappresenta un caso di eccellenza per visione ed efficacia. Per
50 anni l'acqua in Emilia-Romagna è stata sostanzialmente data
per scontata. Oggi non possiamo più permettercelo". Lo ha detto
la presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi,
aprendo a Bologna il convegno 'Verso il nuovo Piano di tutela
delle acque attraverso un nuovo modello di gestione', con cui
gli industriali del territorio presentano due studi e proposte
su infrastrutture e modelli di governance necessari per la
gestione dell'acqua.
Il tema è diventato di stretta attualità in Emilia-Romagna
dopo anni che hanno visto l'alternarsi di periodi di siccità e
alluvioni: "Vorremmo che non ricadesse più quello che abbiamo
vissuto. Vorremmo poter vivere e lavorare in un territorio in
cui l'acqua sia una risorsa disponibile, accessibile e sicura",
afferma Sassi, secondo cui "non sarà possibile perseguire alcuna
strategia di investimento di crescita e di decarbonizzazione,
che la nostra industria è chiamata implementare, se il
territorio in cui la ospita non è in sicurezza".
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