"Le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono ancora inferiori di circa l'otto per cento rispetto a quelle di gennaio 2021. Perdite inferiori alla media si osservano in agricoltura e nell'industria, mentre situazioni più sfavorevoli si registrano nei settori dei servizi privati e della pubblica amministrazione". Lo evidenzia l'Istat nel suo commento ai dati delle retribuzioni di marzo che evidenziano un'aumento tendenziale del 4,0%.
L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo 2025 segna un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4,0% rispetto a marzo 2024; l'aumento tendenziale è stato del 4,9% per i dipendenti dell'industria, del 4,3% per quelli dei servizi privati e dell'1,7% per i lavoratori della pubblica amministrazione. Lo rileva l'istituto, commentando che "In termini reali si osserva un ulteriore recupero rispetto alla perdita di potere d'acquisto che si è verificata nel biennio 2022-2023, che tuttavia rimane ancora ampia: per il totale economia, le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono ancora inferiori di circa l'otto per cento rispetto a quelle di gennaio 2021".
Grazie ai rinnovi registrati nei primi tre mesi dell'anno, alla fine di marzo, solo tre dipendenti su dieci nel settore privato sono ancora in attesa del rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
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