La produzione industriale registra
in Piemonte nell'ultimo trimestre dell'anno una nuova flessione
(-1%), la quarta consecutiva, e il 2024 si chiude con una
contrazione dello 0,8%. Un cambio di rotta rispetto al trend
positivo degli anni precedenti: nel 2023 e nel 2022 la crescita
era stata, rispettivamente, pari a +1,5% e +3,4%. Fortemente
negativo l'andamento dei mezzi di trasporto, della
metalmeccanica e del tessile, mentre tengono alimentare, chimica
e legno. Sono i dati dell'indagine congiunturale di Unioncamere
Piemonte con le Camere di commercio provinciali, nell'ambito
della collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit.
"L'indagine congiunturale rivela una fase critica per
l'industria piemontese - commenta Gian Paolo Coscia, presidente
di Unioncamere Piemonte - con una contrazione prolungata della
produzione dovuta a fattori geopolitici e difficoltà settoriali.
Occorre impegnarsi a invertire questa tendenza attraverso un
piano di interventi mirati. È necessario sostenere i settori in
crisi, stimolare la domanda interna, potenziare l'export,
semplificare la burocrazia e investire nella formazione
professionale. L'obiettivo è rilanciare l'economia piemontese,
lavorando in sinergia con imprese e istituzioni".
Sono le grandi aziende, quelle con oltre 249 addetti, a
trascinare in negativo il risultato complessivo del tessuto
manifatturiero regionale, sia nel quarto trimestre 2024 (-7,5%)
sia nell'intero anno 2024 (-4,4%).
Tra le province nel quarto trimestre Cuneo si distingue con
un incremento del 1,5%, risultato collegato alla forte presenza
del settore alimentare. Anche Alessandria (+1,1%) segna un
aumento con un contributo significativo dell'industria chimica,
delle materie plastiche e del settore orafo. In calo la
provincia di Biella (-2,4%) per la crisi del settore tessile e
la provincia di Torino (-2,7%) per la contrazione della
produzione automobilistica.
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