Nuove polemiche dal fronte
ambientalista su Rishi Sunak, accusato non solo sul piano
politico ma ora anche su quello dei comportamenti individuali
dopo la pubblicazione da parte della Bbc dei dati del ministero
della Difesa britannico sul suo utilizzo record degli aerei di
Stato della Raf per viaggi e spostamenti ministeriali. Nei suoi
primi sette mesi da premier, Sunak ha fatto ricorso in effetti
a quasi un volo a settimana: circa il doppio rispetto a Theresa
May e il triplo di Boris Johnson, fra i predecessori. E questo
senza contare jet ed elicotteri privati messi a disposizione per
partecipare a eventi di partito, pagati col contributo (oltre
70.000 sterline finora) di donatori dei Tories.
I viaggi in questione risultano aver avuto a che fare tutti
con impegni pubblici, ma sono valsi al primo ministro denunce
d'ipocrisia: visto l'utilizzo di aerei anche per tratte interne
al Regno Unito, percorribili sulla carta con mezzi meno
inquinanti come il treno, in barba agli impegni sul taglio delle
emissioni nocive confermati a più riprese dal suo governo in
risposta ai cambiamenti climatici.
Impegni che del resto Sunak è accusato in realtà di voler
allentare, sull'onda del recente annuncio di un rilancio delle
trivellazioni di gas e petrolio nel Mare del Nord come risposta
"transitoria" ai problemi ecologici attuali e alla penuria
energetica aggravata dalle sanzioni alla Russia per la guerra in
Ucraina. Annuncio criticato dal mondo ecologista, dai partiti di
opposizione e anche da alcuni esponenti della maggioranza Tory.
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