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I repubblicani uniti su Israele ma divisi su Kiev

I repubblicani uniti su Israele ma divisi su Kiev

Scintille anche sull'aborto tra Haley, Ramawamy e DeSantis nel terzo dibattito in tv

WASHINGTON, 09 novembre 2023, 07:30

Redazione ANSA

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Il dibattito fra i precandidati repubblicani a Miami © ANSA/EPA

Il dibattito fra i precandidati repubblicani a Miami © ANSA/EPA
Il dibattito fra i precandidati repubblicani a Miami © ANSA/EPA

   Uniti contro Biden e le sue politiche economiche, su Israele e sulla Cina, ma anche su Tik Tok e sul confine col Messico. Divisi invece sull'Ucraina e sull' aborto. Pochi invece gli attacchi a Donald Trump, il frontrunner che continua a snobbarli e boicottarli, questa volta con un comizio a 20 km di distanza.

    Si può sintetizzare così il terzo dibattito tv a Miami tra i cinque candidati presidenziali repubblicani che hanno superato i paletti fissati dal partito.La posta in palio, per ora, è il secondo posto dietro al tycoon, che guida con una media del 50%: un obiettivo per il quale si sono attaccati reciprocamente l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, il governatore della Florida Ron DeSantis e l'imprenditore outsider Vivek Ramaswamy, senza risparmiarsi colpi bassi.

    Come quando Ramaswamy ha chiesto al pubblico se vuole "un leader di una nuova generazione che mette il paese davanti a tutto o una Dick Cheney su tre centimetri di tacchi, e in questo caso ne abbiamo due sul palco stasera": un riferimento a Haley e a DeSantis, che userebbe dei rialzi interni nelle scarpe per sembrare più alto. La replica dell'ex governatrice del South Carolina non si è fatta attendere: "Vorrei precisare che sono alti 5 centimetri e non indosso i tacchi a meno che non sia in grado di correrci. La seconda cosa è che li indosso e non per moda: sono un'arma".

   Tutti concordi sul bando di Tik Tok (strumento di spionaggio e anche destabilizzante per i giovani) ma Ramaswamy ne ha approfittato accusando Haley di ipocrisia per aver criticato la sua presenza sulla piattaforma quando la usa anche sua figlia: "potresti prenderti cura prima della tua famiglia". Irata la reazione: "lascia mia figlia fuori dalla tua bocca, sei solo feccia". Duro scambio anche tra DeSantis e Haley sulla Cina. Il governatore della Florida l'ha accusata di «aver scritto una lettera d'amore all'ambasciatore cinese" quando era governatrice del South Carolina per attirare fondi nello Stato.

    "Ha dato loro il benvenuto e un terreno vicino a una base militare americana», ha incalzato mettendo in evidenza come nella sua Florida alla Cina è vietato acquistare terreni. °Ron, sei presidente di un'agenzia per lo sviluppo economico che fino alla scorsa settimana diceva che la Florida è un posto ideale per le aziende cinesi", la stilettata della Haley.

    Il dibattito è stato dominato dalla politica estera. Tutti hanno espresso pieno sostegno a Israele in un dibattito co-sponsorizzato dalla influente associazione conservatrice Republican Jewish Coalition. "Se fossi presidente ora direi a Bibi di finire il lavoro una volta per tutti con questi macellai di Hamas", ha dato il 'la' DeSantis. Condanna corale dell'antisemitismo nei campus universitari Usa, con la Haley che ha addirittura paragonato i manifestanti filo-palestinesi al Ku Klux Klan. Comune linea dura anche contro l'Iran e la Cina.

    Divisioni invece sull'Ucraina: "non è un esempio di democrazia", ha accusato Ramaswamy definendo Zelensky un "nazista". "Putin e Xi stanno sbavando al pensiero che qualcuno come te puo' diventare presidente", lo ha gelato la Haley. Contrario agli aiuti a Kiev anche DeSantis, che vuole usare i soldi dei contribuenti per garantire la sicurezza del confine col Messico fermando le ondate migratorie. Tutti in ordine sparso infine sull'aborto, che ha trainato la vittoria dem nel Super Tuesday. 

    La più ragionevole è apparsa la Haley, che ha lanciato un invito a "non dividere piu' l'America su questo tema" e a "trovare un consenso", senza criminalizzare le donne e le loro scelte. "Il dibattito è uno spreco di tempo e risorse", ha commentato nel suo comizio Trump, definendo i suoi rivali "gente debole e inefficace che nessuno voterà" e concentrando gli attacchi su Joe Biden: "la sua repubblica delle banane finirà nel 2024".

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