(di Benedetta Guerrera)
La seconda visita di Benjamin
Netanyahu dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ad un
anno e mezzo dall'attacco di Hamas, dopo il fallimento della
tregua e la ripresa dei raid contro i palestinesi, si è conclusa
con un colpo di scena: l'annullamento della conferenza stampa
ufficiale tra i due leader dopo l'incontro nello Studio Ovale.
L'amministrazione non ha fornito un motivo ufficiale ma tra
le ipotesi più accreditate c'è quella di evitare le domande dei
giornalisti sulla crisi globale e il crollo delle Borse
scatenati dai dazi imposti dal presidente americano quando Wall
Street è ancora aperta. Ma potrebbe essere anche che i due amici
di vecchia data non abbiano trovato un accordo sulle tariffe del
17% contro Israele che il Bibi sperava di far annullare.
Sbarcato negli Stati Uniti direttamente da una visita in
Ungheria, Bibi ha avuto un colloquio anche con il segretario al
Commercio Howard Lutnick e il rappresentante per il Commercio
Jamieson Greer. "Sono il primo leader internazionale ad
incontrare il presidente Trump su una questione così cruciale
per l'economia di Israele", ha affermato il premier israeliano
in un video all'aeroporto di Budapest sottolineando che questo
"è il segno della speciale relazione personale e il legame unico
tra Stati Uniti e Israele, così vitale in questo momento".
Israele aveva tentato di evitare la scure dei dazi un giorno
prima dell'annuncio del presidente americano cancellando tutte
le imposte dell'1% sui beni americani ancora interessati ma al
tycoon evidentemente non è bastato.
Dazi a parte, il premier israeliano è sbarcato a Washington
anche per cercare la sponda del presidente americano su altri
due dossier: la guerra a Gaza e gli ostaggi e la minaccia
dell'Iran. Dopo la rottura della tregua mediata dagli Stati
Unuti, Israele ha intensificato la sua offensiva militare e ha
imposto un blocco di cinque settimane agli aiuti nella Striscia,
una mossa aspramente criticata dall'Onu e le organizzazioni
umanitarie. Almeno 10 civili, tra cui un giornalista, sono stati
uccisi negli ultimi attacchi aerei israeliani in diverse zone di
Gaza, inclusa una tenda per la stampa vicino all'ospedale Nasser
a Khan Younis. Dalla fine del cessate il fuoco, secondo i dati
del ministero della Salute palestinese, sono oltre 1.400 le
vittime dei raid di Israele, mentre Hamas ha denunciato che le
forze israeliane hanno ucciso 490 bambini palestinesi nella
Striscia negli ultimi 20 giorni.
In un vertice trilaterale al Cairo, il presidente francese
Emmanuel Macron, quello egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re
Abdallah II di Giordania hanno fatto fronte comune contro i
piani del tycoon e hanno chiesto un "immediato ritorno al
cessate il fuoco" sottolineando che "la governance e il
mantenimento dell'ordine e della sicurezza a Gaza, così come
nell'insieme dei territori palestinesi, deve essere
esclusivamente sotto l'egida di un'Autorità nazionale
palestinese rafforzata e che goda di un sostegno regionale e
internazionale forte". Per discutere della situazione nella
Striscia, proprio poche ore prima dell'incontro tra Trump e
Netanyahu, Macron ha anche organizzato una teleconferenza con il
presidente americano, Sisi e Abdallah, come ha riferito
l'Eliseo.
Per quanto riguarda l'Iran, Trump ha insistito anche con Bibi
di volere "colloqui diretti" con Teheran su un nuovo accordo per
frenare il programma nucleare del regime, ma ha anche assicurato
al premier il suo sostegno in caso di un attacco di Israele
contro gli impianti iraniani se non si raggiungesse un'intesa.
In un'intervista con la Nbc News la settimana scorsa, il tycoon
ha avvertito l'Iran che se non accetta un accordo per contenere
il suo programma nucleare, "ci saranno bombardamenti come non ne
hanno mai visti prima".
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