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Trump mercoledì a Riad, Medio Oriente col fiato sospeso

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Trump mercoledì a Riad, Medio Oriente col fiato sospeso

Trattativa Usa-Hamas, 'accordo e miliziani nel governo di Gaza'

TEL AVIV, 12 maggio 2025, 13:49

di Silvana Logozzo

ANSACheck
Tende di sfollati palestinesi a Gaza © ANSA/EPA

Tende di sfollati palestinesi a Gaza © ANSA/EPA

Sono ore convulse per le diplomazie mediorientali e americana alla vigilia della partenza del presidente Usa verso i Paesi del Golfo. Donald Trump intende annunciare il nuovo cessate il fuoco a Gaza, la liberazione degli ostaggi e la consegna di cibo e medicine alla Striscia mentre si trova nella regione.

Con il forte pressing delle nazioni arabe che hanno chiesto esplicitamente al presidente di annunciare la sua iniziativa di pace durante la visita. L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, che domenica ha guidato per la parte Usa l'incontro con l'Iran sul nucleare, sta tenendo intense consultazioni nella regione con Israele, Egitto, Qatar e Hamas per raggiungere un accordo.

Un alto funzionario di Gaza ha sottolineato a Reuters che Hamas ha in corso colloqui diretti con il governo statunitense sulla tregua e la ripresa degli aiuti umanitari. Washington avrebbe proposto a Hamas un accordo articolato che prevede il rilascio di 10 ostaggi in cambio di una tregua di massimo 70 giorni (Israele ne vuole 45), periodo in cui si svolgerebbero negoziati per un'intesa più ampia.

Witkoff ha comunicato ai mediatori che al termine di questa fase gli Usa accetteranno la presenza di Hamas in un futuro governo locale, purché abbandoni il terrorismo, deponga le armi e accetti l'apertura di un percorso politico. Hamas ha risposto con una controproposta che include il cessate il fuoco permanente, il ritiro dell'Idf da Gaza, la liberazione simultanea di tutti gli ostaggi in cambio di detenuti palestinesi, e l'istituzione di un'amministrazione indipendente con pieni poteri. L'organizzazione, secondo i media arabi, si dice disposta ad accettare "dispositivi di sicurezza" (non meglio specificati) per garantire stabilità a lungo termine, e la sospensione della produzione militare, la fine degli scavi di tunnel, l'interruzione del contrabbando, la supervisione delle armi da parte dei mediatori. Il Cairo da parte sua ha deciso di mandare un segnale chiaro a Benyamin Netanyahu dopo che il suo gabinetto ha approvato una nuova vasta offensiva nell'enclave: non nominerà un nuovo ambasciatore a Tel Aviv e non approverà la concessione delle credenziali all'ambasciatore di Gerusalemme in Egitto.

L'escalation non soddisfa neppure il Commander in chief che la ritiene uno 'sforzo sprecato', poiché rende più complicato il suo piano di ricostruzione della 'riviera'. Da parte sua, Netanyahu ha commentato le voci di frizioni con 'l'amico Trump' dichiarando alla Commissione Esteri che non ci sono disaccordi e che i due Paesi tengono colloqui regolari. Il principe saudita bin Salman (MbS) intanto ha ottenuto dagli Usa che al summit di martedì a Riad prendano parte anche il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, il presidente libanese Joseph Aoun e quello siriano Ahmed al-Shara'a. A dimostrazione del fatto che oltre a Gaza, i colloqui riguarderanno i nuovi assetti di Libano e Siria. Mbs mira a ottenere il consenso di Trump alla richiesta di "creare uno Stato palestinese", obiettivo che tranquillizzerebbe i forti movimenti non moderati di parte della società saudita, ideologicamente vicini a Gaza. Trump arriverà in Medio Oriente accompagnato da una folta delegazione, tra cui spiccano imprenditori globali del calibro di Mark Zuckerberg, Elon Musk, il cofondatore di OpenAI Sam Altman e il capo di BlackRock Larry Fink. In ballo ci sono investimenti miliardari da avviare sulle due sponde dell'oceano Indiano e dell'Atlantico: si prevede che il presidente abbia intenzione di offrire ai sauditi tra l'altro un accordo sulle armi del valore di 100 miliardi di dollari.

La visita si concluderà il 16 maggio, Trump non farà tappa in Israele come previsto. Tuttavia, 5 giorni fa il più stretto collaboratore di Netanyahu, Ron Dermer, è stato ricevuto alla Casa Bianca per parlare di Gaza e del nucleare in Iran.

 

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