"Il calo dei prezzi del
barile di petrolio non intaccherà lo sviluppo del mega
giacimento argentino di Vaca Muerta".
Ad affermarlo oggi è Horacio Marin, ceo della compagnia
petrolifera a partecipazione statale Ypf - principale operatore
dell'area - secondo il quale "lo sfruttamento del giacimento
continuerebbe ad essere redditizio anche se il barile scendesse
a 45 dollari" dagli attuali 65. "Chiaramente guadagneremo meno
ma continueremo a guadagnare", ha aggiunto Marin in
un'intervista rilasciata al portale Infobae.
Grazie allo sviluppo dello sfruttamento e delle
infrastrutture di Vaca Muerta, seconda riserva al mondo di di
shale gas e quarta di shale oil, dopo anni di deficit il settore
dell'energia in Argentina è tornato nel 2024 ad avere un surplus
di 5,6 miliardi di dollari.
Secono i dati del primo trimestre il trend della produzione
del bacino continuna in costante aumento anche nel 2025 ma il
calo dei prezzi rischia di vanificare parzialmente tale
incremento.
L'attuale crisi e incertezza nei mercati rischia tuttavia di
incidere anche sui grandi investimenti previsti per le
infrastrutture destinate ad aumentare l'export, come la
costruzione della pipeline Vaca Muerta Sur (Vmos), un progetto
da 3 miliardi di dollari annunciato e interamente finanziato da
un consorzio privato di sette operatori del bacino (Ypf, Shell,
Chevron, Pan American Energy, Vista Energy, Pampa Energia e
Pluspetrol) in parte con capitali propri ma in parte anche con
il ricorso al mercato.
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