In Serbia, mentre proseguono le
proteste quotidiane del movimento degli studenti, il presidente
Aleksandar Vucic non rinuncia ai suoi appelli sempre più
frequenti a partecipare in massa alla manifestazione da lui
convocata per sabato pomeriggio a Belgrado con l'obiettivo di
mostrare l'unità del Paese e l'insofferenza della popolazione
costretta a subire limitazioni, disagi e maltrattamenti per la
campagna di 'terrore' sociale che va avanti da cinque mesi.
"La mia grande richiesta, innanzitutto agli studenti, è di
riflettere e fare ritorno agli studi, alle lezioni. La mia
richiesta è di capire che è passato il tempo delle pressioni e
delle violenze", ha detto Vucic in un videomessaggio postato su
Instagram, nel quale ha annunciato al tempo stesso che saranno
perseguiti tutti coloro che parlano e incitano alla violenza.
"I violenti devono rispondere delle loro azioni, e la Serbia
tornerà a essere un paese libero dal terrore, tutti potranno
muoversi come e dove vorranno, tutti avranno il diritto di
radunarsi, tutti avranno il diritto di pensare con la propria
testa e con quella di altri", ha aggiunto il presidente serbo,
che è oggi a Parigi per un incontro con il collega francese
Emmanuel Macron. "La Serbia ha sempre fatto la scelta della
libertà. Per questo il 12 aprile alle 19 ci vediamo sulla
spianata davanti al parlamento"
Secondo alcuni media, l'obiettivo di Vucic sarebbe di
radunare fino a 200 mila persone, e per questo sarebbe in atto
una capillare opera di mobilitazione in tutte le regioni del
Paese, in particolare nelle imprese pubbliche, alle quali
sarebbero state date indicazioni sul numero minimo di dipendenti
da portare a Belgrado con decine di autobus.
Migliaia di persone sono attese anche dai Paesi vicini, dove
sono presenti numerose comunità di serbi - Montenegro,
Bonsia-Erzegovina, Macedonia del Nord, ma anche Croazia e
Slovenia. Centinaia di serbi sostenitori di Vucic sono in marcia
da alcuni giorni a piedi dal Kosovo e da alcune altre città del
paese, dirette al grande raduno di Belgrado. Sul fronte opposto
continuano le azioni di protesta guidate dagli studenti in
agitazione, con cortei, comizi e blocchi stradali in diverse
località.
E prosegue il viaggio in bicicletta dei circa 80 studenti
universitari diretti a Strasburgo dove intendono presentare le
loro istanze alle istituzioni europee - in primis Europarlamento
e Consiglio d'Europa. Grande accoglienza hanno ottenuto nelle
tappe di Budapest e Vienna ad opera delle locali diaspore serbe.
Il loro arrivo nella città orientale francese al confine con la
Germania è previsto per il 15 aprile.
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