(di Franco Quintano)
"Italia e Croazia si sono
finalmente ritrovate nei settori cruciali della collaborazione
bilaterale tra Paesi vicini": l'ambasciatore italiano a Zagabria
Pierfrancesco Sacco, in un'intervista all'ANSA, delinea in
questi termini il rinnovato dinamismo nelle relazioni fra i due
Paesi, riprese a pieno ritmo nei settori economico, politico e
culturale. Relazioni che per diversi anni erano state date
"reciprocamente per scontate, assorbite nel quadro degli ottimi
rapporti bilaterali, dell'assenza di contenziosi, dell'amicizia
storica e di un ottimo interscambio bilaterale". Una sorta di
"mutuo, affettuoso disinteresse, alla stregua di una vecchia
coppia assuefatta alla routine matrimoniale". Ma negli ultimi
tempi si è registrato uno scatto in avanti, a cominciare dal
settore economico, commerciale e industriale.
L'interscambio, osserva l'ambasciatore, si è attestato al
nuovo record di 5,9 miliardi di euro nel 2021, superando il
picco di 5,6 miliardi del 2019, l'anno prima della pandemia. E
si registrano nuovi investimenti italiani in Croazia - Sacco
cita in particolare quelli del gruppo Danieli (200 milioni di
euro), di Benetton (2 milioni di euro e 300 nuovi posti di
lavoro), e un investimento da 120 milioni di euro della società
Investindustrial nel gruppo automobilistico croato Rimac,
impegnato nello sviluppo dell'auto elettrica e ibrida.
"Ulteriori spinte sono attese dal primo Business Forum
Italia-Croazia in programma a Roma il prossimo 24 maggio,
unitamente al Comitato di coordinamento dei ministri", afferma
l'ambasciatore, sottolineando come delle cinque edizioni di tale
Comitato bilaterale istituito nel 2009, tre si saranno svolte
(con quella di maggio) negli ultimi quattro anni, fra il 2018 e
2022. "Il 24 maggio sarà una data cruciale dal momento che
vengono a maturazione tutta una serie di linee di collaborazione
nell'ambito della concertazione politica e settoriale. Politica
tra i due ministeri degli Esteri in particolare, e settoriale
fra i vari dicasteri tecnici", osserva Sacco.
Un'intensificazione della collaborazione, aggiunge, diretta
ad affrontare le grandi sfide in particolare della transizione
verde, del digitale, della competitività industriale, della
sicurezza interna. Tutte tematiche che saranno affrontate nel
Comitato dei ministri il 24 maggio. Una cooperazione, rileva
l'ambasciatore, che è anche a livello trilaterale "grazie
all'iniziativa italiana per una concertazione intensificata che
include anche la Slovenia, sempre nel nome della valorizzazione
e salvaguardia dell'Adriatico". In due anni di tale formato vi
sono state tre riunioni ministeriali Esteri, l'ultima il 14
aprile scorso a Zagabria.
L'altro settore cruciale nei rapporti bilaterali fra Italia e
Croazia, per l'ambasciatore Sacco, è quello culturale,
includendo anche la dimensione scientifica e tecnologica. Il 22
aprile scorso a Venezia, osserva, "è stato firmato il nuovo
Protocollo esecutivo dell'accordo culturale fra i due Paesi dal
ministro Dario Franceschini e dalla sua omologa croata, relativo
al periodo 2022-2026". Ed è imminente la firma del nuovo
Protocollo scientifico-tecnologico. L'ambasciatore sottolinea
inoltre come la lingua italiana sia molto rilevante in Croazia,
una delle più studiate, con oltre 50 mila croati che seguono
corsi di vario tipo, mentre sono 15 le scuole croate in lingua
italiana. Anche il settore turistico, dopo i problemi legati
alla pandemia, registra una grande ripresa con viaggi nei due
sensi.
Nell'intervista, l'ambasciatore Sacco afferma al tempo stesso
che "l'Italia apprezza molto il contributo della Croazia al
processo di integrazione europea dei Balcani occidentali". Un
apprezzamento espresso pubblicamente dallo stesso ministro degli
Esteri Luigi Di Maio. "Con la Croazia abbiamo posizioni
pienamente collimanti sull'importanza, resa urgente
dall'aggressione russa in Ucraina, di accelerare e intensificare
il processo di integrazione euroatlantica della regione
balcanica", afferma l'ambasciatore, per il quale la Croazia,
Paese membro di Ue e Nato, "è anche in parte un attore dell'area
balcanica", uno Stato centroeuropeo e mediterraneo. Una
dimensione mediterranea, sostiene Sacco, ritrovata con
l'ingresso di Zagabria nel 'Med 9', il Club Med che "con il
forte sostegno italiano" è passato da 7 a 9 membri con Slovenia
e Croazia. Una dimensione, quella mediterranea, "importantissima
non solo per i rapporti con l'Italia ma anche in chiave
europea".
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