Hanno sfilato in migliaia per le vie di Trapani per dire no alla criminalità e ricordare le vittime delle mafie. Un appuntamento che si ripete ogni anno, quello della Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime innocenti di mafia organizzato da Libera, giunto alla sua trentesima edizione.
Tantissimi i giovani che si sono poi radunati in piazza Vittorio Emanuele, dove è stato allestito il palco. Per Libera hanno partecipato 50 mila persone per la questura diecimila. I nomi delle vittime di mafia "sono parte della nostra memoria collettiva ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l'impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori", ha scritto il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio.
"La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano", ha aggiunto. Mentre la premier Giorgia Meloni ha definito la Giornata della Memoria "un importante momento di riflessione", aggiungendo che "L'Italia e le sue Istituzioni si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato".
"Le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un'offesa alla dignità della Nazione. Per questo - ha detto - con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna ad ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla".
Il corteo ha preso il via dal lungomare di Trapani. In testa don Luigi Ciotti, fondatori di Libera, insieme ai familiari di vittime di mafia giunti da tutta Italia e ai vescovi Pietro Maria Fragnelli (Trapani), Angelo Giurdanella (Mazara del Vallo), Alessandro Damiano (Agrigento) e Gualtiero Federico Isacchi (Monreale). Al corteo hanno partecipato anche il segretario generale Cgil Maurizio Landini e la segretaria del Pd Elly Schlein. "Ogni anno la manifestazione è sempre più partecipata dai ragazzi, sono ragazzi consapevoli - ha detto Schlein - Il contrasto alle mafie deve partire proprio dalle scuole e dalla cultura perché la mafia ne ha paura. Serve rafforzare gli strumenti di prevenzione, altro che mettere la tagliola sulle intercettazioni a 45 giorni, questo rischia di rendere più difficili le indagini su reati anche gravi e magari pure a quelli connessi con le organizzazioni di stampo mafioso".
"Ribellati", hanno gridato in corteo i ragazzi prima che i nomi delle vittime di mafia venissero letti dal palco. "Oggi siamo qui non solo per ricordare chi ha perso la vita per mano della mafia, ma anche per affermare con forza che il problema della criminalità organizzata è tutt'altro che superato - ha spiegato - Martina Lembo Fazio, delegata dell'Unione degli Studenti - Le mafie continuano ad affliggere i nostri territori, si trasformano, cambiano volto, ma restano una minaccia concreta per la nostra società". Mentre don Ciotti ha ricordato che molte delle vittime non conoscono ancora la verità su quanto subito. "Senza verità - ha ammonito - non si può costruire giustizia e la verità non può andare in prescrizione".
VIDEO | Nino Morana: 'Chiediamo ancora verita' e giustizia per le vittime'
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