La pdl sul ristoro ai parenti delle
vittime di crolli di strade e autostrade contiene una norma
"discriminatoria" delle unioni civili rispetto al matrimonio,
nonché "una inaccettabile discriminazione tra i figli delle
vittime sulla base dello stato civile dei genitori". Lo scrive
il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella lettera
indirizzata ai presidenti di Camera e Senato per la
promulgazione del provvedimento.
La lettera del Presidente fa riferimento all'articolo 2 del
provvedimento, che individua i criteri di priorità da seguire
nella corresponsione dell'elargizione; in particolare viene
stabilito che tale elargizione è corrisposta per ciascuna
vittima ai membri della famiglia individuati secondo un ordine:
a) Il coniuge; b) i figli; c) la parte dell'unione civile; d)
genitori; e) fratelli e sorelle conviventi.
"L'articolo 2, comma 4 - scrive Mattarella - nel definire
l'ordine di priorità per l'attribuzione dell'elargizione
spettante ai parenti delle vittime, alla lettera c), colloca la
persona stabilmente convivente o l'altra parte dell'unione
civile al terzo posto, dopo aver menzionato, alla lettera a), il
coniuge e, alla lettera b), i figli. Tale collocazione appare
discriminatoria. La giurisprudenza costituzionale ha
costantemente riconosciuto i diritti derivanti dalla convivenza
stabile e dalle unioni civili, quali "rapporti ormai entrati
nell'uso", "comunemente accettati accanto a quello fondato sul
vincolo coniugale" e normativamente riconosciuti, affermando che
ai conviventi di fatto e alle parti delle unioni civili - intese
come tali "due persone maggiorenni unite stabilmente da legami
affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e
materiale" - vanno riconosciute le stesse prerogative
patrimoniali e partecipative del coniuge, pena l'illegittimità
costituzionale, per violazione dell'articolo 3 della
Costituzione, delle norme che differenzino i summenzionati
rapporti senza adeguata, comprovata e ragionevole motivazione".
"L'articolo 2, comma 5, al fine dell'attribuzione
dell'elargizione - prosegue il Capo dello Stato - equipara al
coniuge il convivente stabile nel solo caso in cui vi siano
figli minori nati dal rapporto di convivenza. La disposizione
non appare tenere conto della giurisprudenza costituzionale,
appena indicata, che ne esige l'equiparazione anche in assenza
di figli minori. Priva di ragionevolezza è inoltre la mancata
equiparazione al coniuge anche della parte dell'unione civile al
quale l'ordinamento riconosce, del resto, una maggiore tutela
rispetto al convivente stabile".
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