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Coutts: 'L'eredità di Francesco deve rimanere'

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Coutts: 'L'eredità di Francesco deve rimanere'

La porpora del Pakistan: 'Con le sue riforme attuava Vaticano II'

CITTÀ DEL VATICANO, 02 maggio 2025, 19:16

di Nina Fabrizio

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Cardinale Joseph Coutts - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cardinale Joseph Coutts - RIPRODUZIONE RISERVATA

Possiede il titolo di Bonaventura da Bagnoregio, il Doctor seraphicus che pochi ricordano essere stato il secondo Ministro generale dell'Ordine dei frati minori dopo il fondatore San Francesco d'Assisi, di cui fu coevo e con la cui eredità dovette subito fare i conti, rendendo meno rigida la regola del Poverello che voleva che i frati fossero mendicanti in tutto e per tutto.

Il cardinale pachistano Joseph Coutts, arcivescovo emerito di Karachi, Presidente della Conferenza episcopale del Pakistan dal 2011 fino alla fine del 2017, creato cardinale da Francesco nel concistoro del giugno 2018, è uno degli ultimi porporati ad aver raggiunto il Vaticano, quando è ormai partito il countdown per il Conclave del 7 maggio. In questi giorni non solo parteciperà come tutti gli altri "principi" della Chiesa alle Congregazioni generali, ma ha già anche un'agenda piena di incontri a latere, come con alcuni esponenti della Comunità di Sant'Egidio, comunità con cui ha lavorato fianco a fianco sul campo.

"Non so che cosa aspettarmi, è la prima volta che partecipo a un conclave - dice con molta franchezza all'ANSA -, per me è qualcosa di nuovo, siamo nella fase in cui a tutti i cardinali è consentito esprimere le proprie opinioni, le proprie vedute, ci stiamo tutti domandando come superare questo gap, questa specie di fossato che si è creato con la morte di Francesco". "Stiamo ragionando - spiega ancora - di quale tipo di Papa abbiamo veramente bisogno in quest'era moderna. Ci sono diverse vedute, non lo sappiamo ancora". Alla domanda su che cosa però, a suo parere, debba senz'altro rimanere dell'eredità di Francesco, risponde: "Una cosa su tutte riguarda il fatto che lui è stato molto chiaro che lui non stava facendo le riforme come se fossero sue cose personali - afferma -, sue idee soggettive che metteva in pratica. Lui stava sottolineando e implementando quello che è stato deciso dal Concilio Vaticano II e che ancora non era stato implementato".

"Francesco - afferma il cardinale del Pakistan, Paese a maggioranza musulmana dove i cristiani conoscono forme anche estremamente aggressive e minacciose di persecuzione e discriminazione come dimostrato dal caso di Asia Bibi -, voleva continuare l'eredità del Vaticano II". "Che cosa deve rimanere o no del suo pontificato - aggiunge l'ex arcivescovo di Karachi - è una grandissima domanda, ma tutti vorrebbero avere un Papa con la personalità di Francesco che è stato capace di incontrare e avvicinare tutti, i poveri, i ricchi, i lontani, i vicini, lui era veramente simpatetico, abbiamo bisogno di una figura così".
   

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