La parola "pace", pronunciata dieci volte, è tra quelle che ricorre di più nel saluto di insediamento di papa Leone XIV affacciato dalla loggia delle benedizioni a piazza San Pietro: un termine che lascia intendere quale sarà uno degli impegni cruciali di cui si farà carico il nuovo pontificato di Prevost. Un discorso che, prima volta in assoluto nella storia dell'elezione di un papa, è stato scritto e non pronunciato a braccio come fatto da tutti i suoi predecessori.
La sua prima frase da pontefice, che di fatto entra nella storia come accaduto a tutti coloro che prima di lui hanno salutato la folla dal balcone di San Pietro, è "la pace sia con tutti voi". Del resto la parola "tutti", che richiama a significati ecumenici e inclusivi, viene citata dodici volte, associata al "camminare insieme" e alla fratellanza. Per tre volte viene citato il termine "dialogo", associato ai "ponti", strumento che simboleggia la costruzione concordia e distensione verso l'altro. Per due volte Prevost sottolinea l'espressione "senza paura", così come per cinque volte ricorre la parola "amore". In tre occasioni viene nominato Papa Francesco: un elemento che non sorprende, visto che Leone XIV è un bergogliano ed è stato lo stesso Francesco a chiamarlo a Roma due anni fa.
Il nuovo pontefice si rifà proprio al suo predecessore quando esprime il concetto di pace, dicendo "sempre in pace, grazie a Papa Francesco", mostrando così la volontà di ricalcare il solco del predecessore in segno di continuità. Il nome di Dio viene invece nominato dieci volte in questo primo saluto.
Come Papa Giovanni Paolo II, che nel suo saluto alla loggia (è stato proprio lui ad inaugurare questa consuetudine) è entrato nella storia e nei cuori dei fedeli con l'espressione "se mi sbaglio, mi corrigerete", anche Prevost, che è di origini statunitensi, fa un piccolo inciampo nella lingua italiana dicendo: "Dio che ci ama tutti incondizionamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi, quella voce debole, ma sempre coraggiosa di Papa Francesco".
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